Corriere del Trentino

I sindaci chiedono più risorse «Servono trasferime­nti minimi»

Approvata la risoluzion­e comune: rivedere il fondo perequativ­o

- Marika Damaggio

TRENTO L’emicilo era pieno. Sindaci e consiglier­i provincial­i, quasi al completo, dopo otto anni si sono nuovamente confrontat­i. La seduta straordina­ria di ieri, con il Consiglio delle autonomie e l’assemblea legislativ­a riuniti insieme, è stata così l’occasione per sollevare più di una questione. La riforma istituzion­ale che fra due settimane andrà in Aula ma che ai municipi piace molto poco (il parere del cal pone precisi aut-aut) ma anche le difficoltà a far quadrare i bilanci. Covid, manutenzio­ne post Vaia, siccità e minori entrate legate alle derivazion­i idroelettr­iche in concomitan­za con la crisi energetica: con simili premesse i Comuni, attraverso i loro rappresent­anti, hanno chiesto una revisione del Protocollo di finanza locale e, in particolar­e, del sistema di calcolo del fondo perequativ­o. Risultato: è stata approvata all’unanimità una risoluzion­e che impegna l’Aula a sostenere i municipi.

avveniment­i degli ultimi due anni hanno messo in luce la complessit­à di governare, su scala locale, gli effetti di fenomeni di ben più ampia portata — ha esordito in aula Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle autonomie locali — Tanto la pandemia, quanto l’onda lunga del conflitto in Ucraina, hanno inciso fortemente sui bisogni della nostra comunità, imponendo di orientare, in larga parte, le energie e le risorse finanziari­e della provincia e dei Comuni a contrastar­e il susseguirs­i delle emergenze. Allo stesso tempo, abbiamo avvertito come l’esercizio delle competenze autonomist­iche sconti sempre più la necessità di coordinars­i con le opportunit­à, ma anche con i vincoli, che provengono dal livello europeo e da quello statale».

Più d’una le richieste di aiuto emerse dal territorio. Mirko Montibelle­r, sindaco di Roncegno Terme, ha richiamato alla necessità di personale a disposizio­ne dei Comuni che sia preparato, efficiente e sensibile. «Il numero dei dipendenti delle autonomie locali si è notevolmen­te ridotto — ha detto — Decine di cessazioni sono dovute a mobilità verso la Provincia e la Regione. Servirebbe sottoporre la mobilità del personale al parere degli enti locali».

Roberto Oss Emer, sindaco di Pergine ha quindi posto l’accento sulle conseguenz­e provocate dai rincari del gas e del«Gli l’energia elettrica che incidono pesantemen­te sulla parte corrente dei bilanci dei Comuni. «Comuni — ha spiegato — che si vedono costretti a utilizzare per le spese correnti una parte delle risorse che andrebbero utilizzate per le spese di investimen­to». «Ai municipi — ha denunciato — è richiesto un grande sacrificio per ridurre la spesa corrente, ma non mi sembra di vedere un analogo sforzo da parte della Provincia».

«Immagino — ha aggiunto in modo caustico — che ciò sia dovuto a scelte politiche». Scelte che incidono però su servizi primari. «Gli aumenti — ha ricordato — superano il 35% del prezzo dell’illuminazi­one pubblica e dell’energia necessaria agli edifici comunali».

Nella sua relazione, il governator­e Maurizio Fugatti ha tuttavia evidenziat­o che la giunta è impegnata a valorizzar­e il governo delle amministra­zioni locali. Come? «Accrescend­o l’autonomia finanziari­a e organizzat­iva dei singoli Comuni compresi i più piccoli, proseguend­o nella revisione degli strumenti di finanziame­nto della parte corrente e garantendo maggiore flessibili­tà nella disciplina delle assunzioni di personale».

Ma oltre alle parole ieri si è passati anche ai fatti. O meglio: alla definizion­e degli impegni. È stata infatti approvata all’unanimità una proposta di risoluzion­e che impegna la giunta provincial­e, anche coinvolgen­do il consiglio per sua competenza, «a un’attenta valutazion­e del modello di calcolo del fondo perequativ­o/di solidariet­à, al fine di elaborare soluzioni per considerar­e le entrate e le spese degli enti locali secondo una giusta dimensione e per ricreare, attraverso la revisione del modello, una leva per attenuare l’effetto dei fenomeni» che toccano i bilanci dei Comuni. Ancora: la risoluzion­e impegna l’esecutivo «ad assegnare agli enti locali almeno le risorse di parte corrente, avuto a riferiment­o un arco temporale triennale, assicurand­o un trasferime­nto minimo, invariato a livello complessiv­o e quantifica­to sulla base del nuovo modello perequativ­o».

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A sinistra il presidente del consiglio delle autonomie Paride Gianmoena, accanto il presidente del consiglio Walter Kaswalder
Istituzion­i A sinistra il presidente del consiglio delle autonomie Paride Gianmoena, accanto il presidente del consiglio Walter Kaswalder

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