Il Piatto buono per aiutare chi ha bisogno
«Tra il primo e il secondo lockdown abbiamo avuto un aumento delle richieste di aiuto del 56%. Nel 2021 le famiglie che assistiamo sono passate da 171 a 220», dichiara Eloisa Modena, direttrice del Centro di solidarietà di Trento. Una mano all’attività potrà arrivare a partire da domani, quando una cena di beneficenza darà il via all’iniziativa «Il Piatto buono». Al progetto aderiscono diverse associazioni di categoria del Trentino: Confesercenti, gli albergatori e gli impresari del turismo di Asat, l’Associazione ristoratori, oltre a Round Table Rovereto. «Partecipano già 1100 ristoranti, a cui si aggiungono i rifugi, i bar e gli alberghi-ristorante», commenta in proposito Marco Fontanari dell’Associazione ristoratori Trentino.
Per tutta l’estate, nei locali aderenti si potrà acquistare un piatto speciale con prezzo maggiorato del 50%. Il «sovrapprezzo» sarà donato al Centro e servirà a coprire l’acquisto di beni di prima necessità per le famiglie assistite. I gestori potranno scegliere se, per l’occasione, aggiungere un piatto nuovo al menù oppure operare su uno già esistente. I costi legati alle donazioni saranno deducibili. L’unica indicazione è quella di utilizzare prodotti locali nella preparazione del «Piatto buono». Chi aderisce sarà riconoscibile grazie a un adesivo con il logo dell’iniziativa, che verrà fornito dal Centro di solidarietà in un apposito kit.
A chi sceglie di acquistare «Il Piatto buono» sarà invece consegnato un tagliandino da strappare in due metà: una rimane al cliente, l’altra al ristoratore. Sul retro del tagliandino è presente un Qr Code, che rimanda al sito cdstrento.org, dove è disponibile la scheda del progetto. Il tagliandino servirà anche a incentivare la diffusione social. L’invito è di fotografare il piatto e postare lo scatto usando il tag #alimentalasolidarietà, in modo da dare visibilità all’intera iniziativa.