Laureati trentini, posto di lavoro in cinque anni
Comune, ieri la consegna del «Municipium Tridenti». Ferro: «Serve ancora prudenza»
A 5 anni dal completamento del corso di studi, i laureati all’Università di Trento sono quasi tutti occupati: il 95% ha un lavoro contro l’89% dei laureati negli atenei del resto d’Italia. È quanto emerge dal «Rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale di laureati/e delle università italiane» del Consorzio interuniversitario AlmaLaurea.
TRENTO «Per aver assolto, nel periodo della pandemia di Covid 19, il proprio impegno professionale con competenza, sacrificio e abnegazione esemplari, contribuendo, in un prezioso, corale, lavoro di squadra, a contenere l’aggressione e la diffusione del virus e a rafforzare il legame comunitario e di solidarietà della città».
Con questa motivazione il Consiglio comunale, attraverso il suo presidente Paolo Piccoli, ha consegnato l’onorificenza «Municipium Tridenti» ad una decina di rappresentanze della sanità trentina, tra personale infermieristico ed ostetrico, socio-sanitario, tecnico-amministrativo, specialistico, di medicina generale, pediatrico e del 118. Oltreché al decano della sanità trentina, il dottor Oscar Pedullà.
La cerimonia si è svolta ieri a palazzo Geremia. Si tratta del massimo riconoscimento cittadino del Consiglio comunale di Trento che in passato l’ha conferito al sociologo Alberto Alberoni, alla guida della facoltà di Sociologia negli anni caldi e al pallavolista Massimo Dalfovo. L’infermiera Sara Caldonazzi commenta: «Nei primi mesi della pandemia stavo concludendo gli studi, mi stavo laureando. In seguito ho partecipato alla campagna vaccinale, un’esperienza unica che mi ha cambiato molto, sia umanamente che professionalmente. Ho imparato tanto stando a contatto con molti professionisti». Giuseppe Giannella, operatore di Trentino Emergenza 118, allo scoppio della pandemia era appena arrivato a Trento da Verona. «Per amore — sottolinea — Mi immaginavo di arrivare qui a lavorare e poter poi godere, nel tempo libero, delle bellezze del Trentino. Ho preso servizio e non potrò mai dimenticare gli occhi dei parenti dei pazienti con il Covid che caricavamo sull’ambulanza e che non sapevano quando e se avrebbero rivisto i loro cari».
La cerimonia è stata l’occasione, da parte del sindaco Franco Ianeselli, per ribadire «la necessità di una sanità territoriale che funzioni e di un nuovo ospedale di eccellenza in sinergia con la facoltà di medicina». Ha replicato Mario Tonina, vicepresidente della giunta provinciale. «Lavoreremo per un ospedale di eccellenza — ha detto — per garantire un servizio di qualità».
Paolo Piccoli ha quindi affermato che «l’onorificenza è come fosse una medaglia al valor civile». Ha poi chiesto a tutti i cittadini «prudenza e attenzione perché la pandemia non è finita». Antonio Ferro, direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale, ha introdotto una nota polemica. «I cittadini, che in un primo momento ci definivano eroi — ha affermato — pare si siano dimenticati di ciò che abbiamo fatto in un momento difficilissimo».
Altri riconoscimenti sono stati poi consegnati ai rappresentanti del mondo del volontariato: Croce Bianca, Croce Rossa, Alpini, Protezione civile, Centro servizi volontariato e Vigili del fuoco volontari.