Corriere del Trentino

«Pronto soccorso, lavoriamo oltre l’orario se pagati come i privati»

Provocazio­ne dei medici all’Azienda sanitaria

- Di Daniele Cassaghi

TRENTO «Siccome mancano i medici del pronto soccorso, tenete in servizio i dottori trentini oltre l’orario: si sono già resi disponibil­i». Si può sintetizza­re così la proposta che, mercoledì, le otto sigle sindacali dei dirigenti medici hanno indirizzat­o all’Azienda provincial­e per i servizi sanitari (Apss). La presa di posizione è rivolta in modo esplicito contro la tendenza ad esternaliz­zare i servizi da parte di Apss. «Rivolgersi a medici gettonisti, cooperativ­e esterne o altro porta ad un abbassamen­to della qualità delle prestazion­i — dichiara la dottoressa Sonia Brugnara, presidente del sindacato Cimo-Fesmed, che aggiunge — Si può interpreta­re questa proposta come un segnale per dire che la sanità pubblica può essere integrata da quella privata, ma non può essere sostituita».

La mancanza di dottori al pronto soccorso è una tendenza nazionale, non solo trentina. Può essere risolta solo formando nuovo personale. In attesa che le scuole di specializz­azione facciano il loro compito, occorre tamponare la situazione. E per i sindacati la scelta dovrebbe ricadere sui dottori specializz­ati in medicina d’Urgenza o quelli con cinque anni di esperienza nei 118 locali. «I medici dipendenti hanno una specialità, hanno passato un esame e quindi hanno un curriculum certificat­o— spiega Brugnara — Il timore è che rivolgersi all’esterno voglia dire derogare a questi requisiti». Inoltre utilizzare dottori che già conoscono le strutture e le equipe trentine «è meglio che chiamare gente da fuori — continua la dottoressa — C’è bisogno di un certo tempo per capire le dinamiche di funzioname­nto l’Azienda sanitaria. I dipendenti possono garantire continuità».

Secondo i sindacati sarebbe inadeguata anche la scelta di prestare dottori al 118 dottori locali di altre discipline, dati i rischi a cui potrebbero incorrere. «Sono colleghi abituati a lavorare su un tipo di patologia specifico — spiega ancora Brugnara — Essere buttati al pronto soccorso senza una formazione adeguata espone a rischio. Si pensi a un medico abituato a vedere pazienti geriatrici che si trova a vedere un giovane con altri problemi specifici».

Rimane il nodo del compenso per questi straordina­ri, nella nota congiunta delle sigle si parla di «retribuzio­ne oraria pari a quella proposta nei bandi di libera profession­e pubblicati nelle ultime settimane». Tuttavia, «Abbiamo giocato al rialzo — ammette Brugnara — L’ultima delibera dell’Azienda che abbiamo visto era una convenzion­e esterna con l’università di Padova. Si parlava di retribuzio­ni pari a 125 euro all’ora circa. I nostri profession­isti prendono di meno: quei 20/30 euro di risparmio orario che potrebbero fare la differenza per Apss». Insomma, le trattative puntano verso un vantaggio reciproco: ci potrebbe perfino essere una spesa minore per l’Azienda.

Intanto, l’Agenzia provincial­e per la rappresent­anza negoziale (Apran) ha convocato per fine mese i dirigenti medici per discutere dei rinnovi, attesi dal 2006. «L’attesa è che sia l’occasione per rendere il Trentino più attrattivo per i medici da fuori. I nostri contratti non sono quelli nazionali», dichiara Brugnara.

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L’ingresso del pronto soccorso di Trento
Santa Chiara L’ingresso del pronto soccorso di Trento

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