«Pronto soccorso, lavoriamo oltre l’orario se pagati come i privati»
Provocazione dei medici all’Azienda sanitaria
TRENTO «Siccome mancano i medici del pronto soccorso, tenete in servizio i dottori trentini oltre l’orario: si sono già resi disponibili». Si può sintetizzare così la proposta che, mercoledì, le otto sigle sindacali dei dirigenti medici hanno indirizzato all’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss). La presa di posizione è rivolta in modo esplicito contro la tendenza ad esternalizzare i servizi da parte di Apss. «Rivolgersi a medici gettonisti, cooperative esterne o altro porta ad un abbassamento della qualità delle prestazioni — dichiara la dottoressa Sonia Brugnara, presidente del sindacato Cimo-Fesmed, che aggiunge — Si può interpretare questa proposta come un segnale per dire che la sanità pubblica può essere integrata da quella privata, ma non può essere sostituita».
La mancanza di dottori al pronto soccorso è una tendenza nazionale, non solo trentina. Può essere risolta solo formando nuovo personale. In attesa che le scuole di specializzazione facciano il loro compito, occorre tamponare la situazione. E per i sindacati la scelta dovrebbe ricadere sui dottori specializzati in medicina d’Urgenza o quelli con cinque anni di esperienza nei 118 locali. «I medici dipendenti hanno una specialità, hanno passato un esame e quindi hanno un curriculum certificato— spiega Brugnara — Il timore è che rivolgersi all’esterno voglia dire derogare a questi requisiti». Inoltre utilizzare dottori che già conoscono le strutture e le equipe trentine «è meglio che chiamare gente da fuori — continua la dottoressa — C’è bisogno di un certo tempo per capire le dinamiche di funzionamento l’Azienda sanitaria. I dipendenti possono garantire continuità».
Secondo i sindacati sarebbe inadeguata anche la scelta di prestare dottori al 118 dottori locali di altre discipline, dati i rischi a cui potrebbero incorrere. «Sono colleghi abituati a lavorare su un tipo di patologia specifico — spiega ancora Brugnara — Essere buttati al pronto soccorso senza una formazione adeguata espone a rischio. Si pensi a un medico abituato a vedere pazienti geriatrici che si trova a vedere un giovane con altri problemi specifici».
Rimane il nodo del compenso per questi straordinari, nella nota congiunta delle sigle si parla di «retribuzione oraria pari a quella proposta nei bandi di libera professione pubblicati nelle ultime settimane». Tuttavia, «Abbiamo giocato al rialzo — ammette Brugnara — L’ultima delibera dell’Azienda che abbiamo visto era una convenzione esterna con l’università di Padova. Si parlava di retribuzioni pari a 125 euro all’ora circa. I nostri professionisti prendono di meno: quei 20/30 euro di risparmio orario che potrebbero fare la differenza per Apss». Insomma, le trattative puntano verso un vantaggio reciproco: ci potrebbe perfino essere una spesa minore per l’Azienda.
Intanto, l’Agenzia provinciale per la rappresentanza negoziale (Apran) ha convocato per fine mese i dirigenti medici per discutere dei rinnovi, attesi dal 2006. «L’attesa è che sia l’occasione per rendere il Trentino più attrattivo per i medici da fuori. I nostri contratti non sono quelli nazionali», dichiara Brugnara.