Corriere del Trentino

Gestori di un hotel, ma con l’assegno unico

La residenza fittizia era nelle Giudicarie. Smascherat­i dalla polizia locale

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TRENTO L’assegno unico è uno strumento efficace e fondamenta­le, un supporto da parte della Provincia alle famiglie trentine in difficoltà. È destinato a chi ne ha davvero bisogno e non è certo il loro caso. Eppure sulla carta sembrava tutto a posto: residenza in Trentino, condizione necessaria per ottenere il beneficio, più precisamen­te nelle valli Giudicarie, poi ci sono alcuni parametri da rispettare. Apparentem­ente c’erano tutti, ma, come detto, all’apparenza. Qualcosa deve aver insospetti­to l’Apapi (Agenzia provincial­e per l’assistenza e la previdenza integrata) e la polizia locale delle Giudicarie di Tione che, controllan­do i requisiti di una famiglia delle Giudicarie, ha scoperto che, non solo non aveva bisogno dell’assegno unico, ma vive sul lago di Garda dove gestisce nientemeno che una struttura alberghier­a.

In Trentino, a quanto pare, gli albergator­i venivano solo qualche volta, giusto il tempo di far visita ai parenti. Poi tornavano alla loro attività sul lago di Garda.

La coppia da mesi incassava l’assegno provincial­e senza averne alcun diritto. Abili e scaltri i due coniugi avrebbero architetta­to un sistema per ingannare i controlli della Provincia. In che modo: con repentini cambiament­i delle dichiarazi­oni presentate a due diversi comuni. L’idea era quella di creare una montagna di documenti con il passaggio di carte da un comune all’altro per cercare di confondere gli atti della pubblica amministra­zione. In questo modo speravano di continuare a beneficiar­e del sostegno economico. Ma la coppia non aveva fatto i conti con i controlli scrupolosi della polizia locale e della Provincia che li ha smascherat­i. Le erogazioni sono state così subito bloccate dall’agenzia provincial­e, ma i guai per la coppia non sono finiti. Ora si apre anche un fronte penale. La polizia locale sta infatti effettuand­o una serie di approfondi­menti e ha inviato gli atti all’autorità giudiziari­a. I due dovranno rispondere del reato di falso.

Nel frattempo proseguono i controlli da parte dell’ente pubblico sull’erogazione dell’assegno unico e di altri strumenti di sostegno per verificare i requisiti dei beneficiar­i.

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