Gestione dei sentieri, accordo tra Sat e Apt «Ogni estate un milione di escursionisti»
TRENTO «Ogni estate abbiamo 500 mila arrivi e circa un milione di persone cammina sui nostri sentieri», dichiara Pietro Grigolli, presidente dall’Azienda per il Turismo (Apt) della Val di Fassa. Il visitatore estivo cerca la passeggiata in montagna, per questo le vie per la cima sono «infrastrutture turistiche, come le piste da sci in inverno» e richiedono manutenzione costante. È stato quindi siglato un accordo tra l’Apt della valle, i Comuni, le Asuc interessate e la Società degli Alpinisti Tridentini (Sat), che gestirà alcune di queste «infrastrutture» nella Val di Fassa.
La necessità è di un coordinamento tra tutti coloro che si occupano delle vie montane. «La rete sentieristica della Val di Fassa comprende sia tracciati alpini (sentieri, sentieri attrezzati e ferrate) iscritti al registro provinciale che non
iscritti. E Sat opera per la manutenzione di 450 km di vie montane solamente attraverso i propri volontari», spiegala presidente di Sat Anna Facchini. L’accordo dura fino al 2026. Il budget totale è di 111 mila euro, di cui 70 messi a disposizione dall’Apt e 32 dai Comuni coinvolti. Il resto sono cifre legate a spese specifiche come le divise che identificano i volontari.
In Val di Fassa l’organizzazione è su due squadre, una formata da guide alpine che opera in bassa valle. Mentre nell’altra, in «Alta Fassa», ci saranno i boscaioli, dato che è necessario fare fronte ai problemi legati alla forestazione. Il lavoro sui sentieri dura da maggio, per via dello scioglimento delle nevi, a settembre. Si inizia rimuovendo lo sporco dovuto alla neve, si rimettono in sesto le canaline di scolo e si effettuano gli interventi più impegnativi, come
la carpenteria e la messa in sicurezza dei sentieri d’alta quota. E i cambiamenti metereologici, come i temporali che negli ultimi anni si stanno abbattendo sulle dolomiti, mettono ancora di più sotto pressione la tenuta delle vie.
Le intemperie non sono però l’unica sfida da affrontare. «Siamo consapevoli che le persone iniziano a venire in montagna nel ponte del primo maggio e chiedono già di andare in alta quota, anche se c’è ancora la neve — spiega Nicolò Weiss dell’Apt — Perciò abbiamo iniziato a ridurre i rischi di incidenti con la messa in sicurezza». Un nuovo tipo di turisti è infatti emerso durante la pandemia. «È cambiato il target — continua Grigolli — Il 30% di chi arriva non conosce la montagna, non ha una giusta preparazione». E questo rende vitale che i sentieri siano i più sicuri possibile. «A questi non vanno tirate le orecchie — riflette l’assessore al Turismo Roberto Failoni — Serve far capire cos’è la montagna».
Infine, osserva l’assessore, sono cambiati anche i modi di fruire la montagna: «I sentieri sono “trafficati” sia a piedi, sia in bici, grazie all’avvento dell’e-bike». Occorre quindi rendere accessibili le vie anche ai visitatori in sella.