TRADIZIONE, L’UOMO HA BISOGNO DI RITI
Certo, una ragione di tanto entusiasmo per queste feste della tradizione è senz’altro la pandemia di Covid o, meglio, la sua forse temporanea, speriamo definitiva sospensione, per cui la voglia di uscire, di ritrovarsi, di stare insieme — sì, come ai vecchi tempi — ha prevalso sulle paure con le quali abbiano dovuto vivere negli ultimi due anni. Fenomeno apparso ben visibile in centri grandi e piccoli dove, per fare un esempio, mai come quest’anno happy hour, riunioni di strada e di piazza sono state affollate, e non soltanto di ragazzi, ma anche di signori ampiamente adulti, sia pure mimetizzati da ragazzi. Per tutti quanti la parola d’ordine è stare insieme, chiacchierare, stringersi, guardarsi in faccia (senza maschera?).
Ma non c’è soltanto il Covid dietro al desiderio di scendere in strada a godersi lo spettacolo delle varie manifestazioni folcloristiche. C’è anche la voglia di tornare a gettare uno sguardo indietro, alla nostra storia, alle nostre radici: c’è il bisogno, quasi, di ricuperarle, di riannodarvisi per ritrovare qualche certezza delle tante che ci sono venute meno.
Nello smarrimento che oggi regna generale, per i motivi che tutti sappiamo, rinnovare le tradizioni ha funzione rassicurante; medicina, in certo senso, per il nostro disorientamento. Forse addirittura è un sesto senso che manda in piazza migliaia di persone a festeggiare un santo vescovo vissuto tra la fine del IV e l’inizio del V secolo e a rievocare la vita di un poeta nato nel 1376: perché così è sempre stato, perché così hanno fatto genitori, nonni e bisnonni e avranno pur avuto una ragione per restare fedeli agli antichi riti.
E noi che li consideravamo soltanto vecchi e quindi superati, noi che con una certa aria di superiorità li disertavamo paragonandoli a sagre di strapaese — polenta, luganeghe e strangolapreti — dobbiamo ricrederci: hanno ragione loro. L’uomo ha bisogno di riti che a volte funzionano da corrimano cui tenersi per non avere la sensazione di avanzare nel vuoto. Lo sa bene, tanto per fare un esempio, la Chiesa, tuttora campionessa assoluta di riti, anche se nell’ultimo mezzo secolo ne ha persi svariati per strada.