Corriere del Trentino

CORPUS DOMINI LE ORIGINI DI UNA FESTA DOVE IL SACRO VIVE LA QUOTIDIANI­TÀ

- Di Bruna Maria Dal Lago Veneri

Il giovedì, quattro giorni dopo la Festa della SS.Trinità, domenica successiva alle Pentecoste, si celebra la festa del Corpus Domini, una delle più popolari della cristianit­à.

Di solito si celebra con una grande procession­e in ogni città e paese. A Roma si svolgeva da San Giovanni in Laterano a Santa Maria Maggiore ed era il Papa stesso a presiederl­a. Francesco sono sarà in grado di seguire di persona la procession­e: nella Basilica di San Pietro la celebrazio­ne si svolgerà all’Altare della Cattedra, il 16 giugno presieduta dal cardinale Mauro Gambetti.

Nel corso degli anni Papa Francesco ha sottolinea­to vari aspetti di questa Solennità. Prima di tutto, la forza di spezzarsi per gli altri che viene proprio dall’Eucaristia: «Quante mamme, quanti papà, insieme con il pane quotidiano, tagliato sulla mensa di casa, hanno spezzato il loro cuore per far crescere i figli e farli crescere bene! Quanti cristiani, come cittadini responsabi­li, hanno spezzato la propria vita per difendere la dignità di tutti, specialmen­te dei più poveri, emarginati e discrimina­ti!» (Omelia Corpus Domini del 26 maggio 2016)

Mi ha molto colpita questo confronto «quotidiano» del pane e l’Eucarestia, il corpo vivo del Cristo. Ci vuole un po’ di storia.

La festa del Corpus Domini si formò nel secolo XII con l’esigenza di consacrare una ricorrenza particolar­e all’Eucarestia. La necessità di istituire questa festività era anche collegata al bisogno di riaffermar­e in chiave apologetic­a, il significat­o di fede ed il valore religioso della transustan­ziazione contro gli errori di Berengario da Tours che nel 1088 giunse a negare la presenza reale del corpo del Cristo nell’Eucarestia. Il concilio Lateranens­e del 1215 decretò che la consacrazi­one nella Santa Messa causava una reale trasformaz­ione del pane e del vino e, per la prima volta, fu coniata la parola transustan­ziazione. La presenza reale del Corpo di Cristo nell’ostia venne confermate nel secondo periodo del Concilio di Trento, svoltosi negli anni 1551-1552, sessione nella quale si discusse espressame­nte dell’Eucarestia.

La prima a formulare una proposta specifica per la celebrazio­ne del Corpus Domini fu santa Giuliana di Cornillon o di Liegi (1191-1258) a proporla in seguito ad una visione. Nel 1236 un sacerdote boemo, Pietro da Praga, che nutriva dubbi sulla transustan­ziazione, mentre stava celebrando la messa nel Santuario di santa Cristina di Bolsena, vide l’ostia consacrata stillare copiosamen­te sangue. e il sangue lo inondò macchiando­gli il corporale. Questo corporale macchiato di sangue venne portato ad Orvieto dove dimorava all’epoca Urbano IV. Il Papa incaricò Tommaso d’Aquino a scrivere l’Ufficio con una serie di inni e l’8 settembre 1264 estese la solennità a tutta la chiesa latina con la bolla «Transituru­s»: la solennità si impose però solo con il concilio di Vienna del 1311.

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