Università-Fbk, report aggiornato «L’impianto di conversione è l’unica soluzione possibile»
Tubino (Dicam): per centrare gli obiettivi chiudere il ciclo in loco
TRENTO Nei prossimi giorni Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler consegneranno a Piazza Dante l’aggiornamento del report elaborato per il Quinto aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti. La conclusione, questa volta, sarà ancora più chiara. «Rispetto agli obiettivi prefissati dalla Provincia — spiega Marco Tubino, professore ordinario ed ex direttore del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica (Dicam) — abbiamo identificato un unico scenario: la chiusura del ciclo dei rifiuti in Trentino con un impianto dedicato alla conversione energetica dei rifiuti».
Tubino è uno dei due docenti dell’Università di Trento — insieme a Marco Ragazzi, delegato del rettore alla sostenibilità ambientale — che hanno condotto lo studio con Luigi Crema, direttore del Centro Sustainable Energy di Fbk, sui processi di conversione energetica dei rifiuti indifferenziati. Il report era stato pubblicato a fine 2021 in allegato al Quinto aggiornamento, approvato proprio in quei giorni in via preliminare. La pubblicazione aveva fatto chiarezza su tutti gli scenari possibili dopo l’apertura del catino nord a Ischia Podetti, basandosi sui dati del 2019: 44.000 tonnellate in discarica, altre 13.000 al termovalorizzatore di Bolzano e 5.000 tonnellate di combustibile solido secondario a quello di Dalmine (Bolzano). Mantenendo la stessa quota da smaltire fuori provincia, gli esperti di Università e Fbk hanno calcolato che la discarica di Ischia Podetti si riempirebbe nel giro di 3,5-4 anni. Il secondo scenario prevede di sottoporre il rifiuto urbano indifferenziato a trattamento biologico nell’impianto di Rovereto (attualmente inatnologia. tivo): così il catino nord si esaurirebbe in 5,8-7 anni. Il terzo punta ad ottimizzare la raccolta differenziata con l’attivazione della raccolta dei tessili sanitari: così la discarica avrebbe 7-9 anni di vita. Sia il secondo che il terzo scenario prevedono comunque una quota di rifiuti, tra il 10 e il 12%, da esportare fuori provincia.
Il quarto guarda invece alla realizzazione di un impianto di recupero energetico in provincia. Due gli impianti analizzati: l’inceneritore tradizionale e il gassificatore, che trasforma i rifiuti in un gas combustibile chiamato syngas. Piazza Dante propende per quest’ultima tecnord Tre le aree individuate: Ischia Podetti, il futuro depuratore di Trento 3 e il sito di Lizzana. Ischia Podetti sembra però la più idonea. «Il Piano di gestione dei rifiuti prevede di smaltire in discarica solo il 6% del rifiuto urbano prodotto, un obiettivo più ambizioso rispetto a quello del 10% previsto dalla normativa nazionale per il 2035 — considera Tubino — Rispetto a questo obiettivo abbiamo identificato un unico scenario, ossia lo scenario che prevede la chiusura del ciclo dei rifiuti in Trentino con un impianto dedicato alla conversione energetica dei rifiuti. In particolare un impianto con una taglia contenuta che consente di evitare lo smaltimento dei rifiuti fuori provincia, con tutti i risparmi gestionali che ne conseguono». Nel report aggiornato ci sarà anche un’analisi sui dati del 2021. Ma gli studi non si fermeranno: in particolare Fbk farà una valutazione sui costi di gestione degli impianti. Che la giunta provinciale esaminerà prima di prendere una decisione entro fine anno. Intanto nei primi giorni di luglio è attesa l’approvazione definitiva del Quinto aggiornamento.