Siccità, le contromisure dei Comuni razionamento e sensibilizzazione
Gianmoena alla Provincia: nuovi acquedotti, servono fondi europei. Oggi la circolare di Piazza Dante
Ci sono due strade per affrontare l’emergenza idrica secondo Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle autonomie e del Consorzio dei Comuni: quella della sensibilizzazione della popolazione e — quella maestra — la sistemazione della rete degli acquedotti, che, ricorda Gianmoena, hanno una perdita del 35 %, che costa 500 milioni».
Ci sono due strade per affrontare l’emergenza idrica che dopo le scarse piogge primaverili con il caldo estivo si è abbattuta su tutta Italia. Quella immediata, che ogni Comune può e dovrà mettere in campo «e che passa — spiega Paride Gianmoena, presidente del Consiglio delle autonomie e del Consorzio dei Comuni — da opere di sensibilizzazione della popolazione a un uso attento della risorsa idrica a azioni più nette, come la chiusura delle fontane pubbliche alla riduzione della pressione dell’acqua fino alla chiusura nelle ore notturne». Palliativi, però. La strada maestra è, per Gianmoena, la seconda, quella «della sistemazione della rete degli acquedotti, che hanno una perdita del 35 % e che costa 500 milioni».
Il tema è di stringente attualità. E anche se il Trentino e il suo fiume, l’Adige, non sono asciutti come la Val Padana e il Po, l’assessore all’ambiente Mario Tonina non ha usato mezzi termini, parlando di situazione drammatica. Siamo solo a giugno, l’estate è lunga, la poca neve scesa in inverno quasi tutta già sciolta. E quindi bisogna correre ai ripari. Il tema finirà oggi sul tavolo della Conferenza delle Regioni, che chiederanno al governo la dichiarazione dello Stato di emergenza. Un atto che potrebbe ri innescare «la guerra dell’acqua» con il Veneto e la Lombardia. In Trentino la Provincia si sta attrezzando. «Domani — spiega Tonina — (oggi, ndr) emetteremo una circolare indirizzata a tutti i Comuni per richiamare i trentini all’attenzione sul consumo di acqua al fine di evitare gli sprechi. Domani ci sarà anche un incontro delle Regioni con la Protezione civile».
E l’opera di sensibilizzazione i Comuni la stanno già mettendo in atto. A Ronzo Chienis il sindaco Gianni Carotta ha emesso un’ordinanza netta, in vigore da ieri: la fornitura di acqua alla popolazione sarà sospesa dalle 23 alle 6 del mattino. Un tentativo di scongiurare l’uso improprio della risorsa idrica, abusata secondo il primo cittadino da molti per
riempire, magari nelle ore notturne meno controllate, le piscine. Una strada che altri municipi potrebbero imboccare, come spiega Gianmoena: «Faremo sicuramente un ragionamento tutti insieme, dopodiché la gestione degli acquedotti è in mano ai singoli Comuni che, in base alle necessità e alle criticità decidono come procedere. Le misure di emergenza comunque sono quelle e già alcuni Comuni si sono attivati nei giorni scorsi: si parte con l’azione di sensibilizzazione della cittadinanza a un uso attento, quindi docce meno lunghe ed abbondanti ad esempio» o l’evitare di lasciare scorrere l’acqua durante gli utilizzi quotidiani. «I livelli successivi che so alcuni Comuni mettono in atto sono ad esempio montare riduttori di pressione, chiudere le fontane e chiudere la fornitura nelle ore notturne. Ma secondo noi queste azioni di emergenza non sono risolutive».
Per Gianmoena occorre guardare in prospettiva, anche perché nei prossimi anni lo scenario, secondo molti climatologi è destinato a ripetersi: «Per noi il tema è quello della rete degli acquedotti, un sistema che necessita di interventi del valore di 500 milioni di euro, risorse che nemmeno la Provincia è in grado di garantire se si pensa che il suo fondo di riserva vale 15 milioni». Il nodo è quello delle perdite: «Dati recenti ci dicono che dalle vasche alle case abbiamo una perdita del 35 per cento in media. Quando si sistema un acquedotto ci si accorge immediatamente di quanto migliori la situazione. In un contesto come questo invece dovremmo non perdere nemmeno una goccia di acqua». Come reperire però una mole così ingente di risorse? Gianmoena tende la mano alla Provincia: «Stiamo studiando un modo per aderire insieme a fondi europei». Altre azioni possibili riguardano «l’aumento delle vasche di raccolta su cui lavoriamo da tempo a Ville di Fiemme e la diffusione degli impianti a goccia, il futuro dell’irrigazione».
Le Regioni chiedono lo stato di emergenza Ronzo Chienis, stop all’acqua di notte