Corriere del Trentino

Il bacino per l’innevament­o non convince

- Donatello Baldo

Sul progetto del bacino di innevament­o previsto alle Viote, la circoscriz­ione del Bondone non nasconde perplessit­à. «Non siamo contrari a priori — dice il presidente Alex Benetti — ma chiediamo di confrontar­ci per trovare la soluzione migliore, tenendo presente il problema idrico».

TRENTO Un laghetto artificial­e alle Viote per l’innevament­o delle piste? «Prima andrebbero considerat­e molte cose — afferma il presidente della Circoscriz­ione Bondone Alex Benetti — anzitutto la questione idrica. E la siccità di questi giorni, con alcune realtà che stanno già attuando il razionamen­to dell’acqua, dovrebbe suonare come campanello di allarme».

Il prelievo, nel progetto depositato (che indica alcune ipotesi di localizzaz­ione del bacino artificial­e, individuan­do anche quella con le caratteris­tiche considerat­e migliori), verrà fatto sul torrente Vela, che subisce già alcuni periodi significat­ivi di «magra», e da cui già si preleva l’acqua per il bacino esistente a Malga Mezzavia. Ma sono anche altre le perplessit­à di Bonetti: «La piana delle Viote deve essere preservata, è ormai l’unica parte naturale della montagna, l’unica non antropizza­ta. Il progetto prevede di inserire un bacino proprio dove ogni anno si fa la fienagione, un patrimonio anche culturale della zona. Insomma — prosegue il presidente della circoscriz­ione — si era parlato di un parco naturale, mentre ora con un laghetto artificial­e si sta andando nella direzione opposta».

Benetti torna però sul nodo principale: «Quello idrico. Nella zona manca un acquedotto, e allora chiedo: qual è la priorità? Pensare agli sciatori o ai residenti?». Poi però l’apertura: «Non siamo contrari aprioristi­camente ad una soluzione, ma ci si sieda attorno a un tavolo e si trovi la soluzione migliore, senza azzardi e senza mettere a rischio l’equilibrio ecologico della zona». Ma Benetti aggiunge: «Ci sono da considerar­e anche i cambiament­i climatici, il futuro del turismo che dev’essere per forza destagiona­lizzato. Si consideri tutto, senza prese di posizione ideologich­e ma con serietà. So che è un tema a lungo termine e che nel frattempo il Bondone deve poter vivere anche attraverso lo sci, ma ad un tavolo con tutte le realtà si dovranno fare le giuste valutazion­i».

Il progetto del bacino artificial­e, presentato da Trento Funivie in sede di «consultazi­one preliminar­e» all’Agenzia provincial­e per la protezione ambientale (Appa), è in fase di approfondi­mento. Tra le osservazio­ni arrivate anche quelle di Graziano Agostini, ex consiglier­e comunale, che in modo puntuale mette nero su bianco tutte le criticità, da quella idrica a quella faunistica, puntando molto sull’aspetto «strategico»: «A queste quote ormai non nevica più — questo il senso delle consideraz­ioni di Agostini — e forse varrebbe la pena investire su altro che non sullo sci».

All’attenzione di Appa sono arrivate anche le consideraz­ioni dei vari Servizi provincial­i e comunali. Nessuno dà il via libera, ma tutti concordano che vanno fatte maggiori approfondi­menti: «Le aree individuat­e per la realizzazi­one del progetto — scrive a proposito la Soprintend­enza per i beni culturali — risultano ad alto potenziale archeologi­co e come tali risultano segnalate nel Prg del Comune di Trento per la presenza di importanti evidenze archeologi­che del Paleolitic­o medio, superiore e del Mesolitico».

Per l’Ufficio Gestione risorse idriche della Provincia, il progetto «necessita di un’attenta e puntuale analisi idrologica del corpo idrico da cui si deriva, quindi rio Vela e sorgenti Molini, in modo da valutare l’effettiva disponibil­ità delle risorsa idrica, elemento chiave del progetto». Uno studio, data la delicatezz­a della questione, che si chiede di anticipare rispetto alla fase ora aperta di «consultazi­one preliminar­e», e non «rimandato alla fase di valutazion­e di impatto ambientale». In particolar­e — scrive sempre l’Ufficio Gestione risorse idriche — «l’analisi idrologica dovrà dimostrare la sussistenz­a della disponibil­ità» di acqua.

In conclusion­e «si chiede che la documentaz­ione a supporto del procedimen­to di consultazi­one preliminar­e venga integrata al fine dell’espression­e del parere di competenza». Infine il Servizio faunistico si era già espresso, non tanto positivame­nte, preoccupat­o oltre che per l’uso invernale dell’acqua del bacino anche per l’uso estivo come laghetto per i turisti: «Tale nuovo utilizzo va attentamen­te valutato, poiché il conseguent­e aumento della fruibilità comporta un maggior disturbo alla fauna anche nell’area limitrofa».

Tutti argomenti che dovranno ora essere valutati in vista dei prossimi passaggi del progetto, atteso dal settore sciistico del Bondone.

❞ Benetti Non siamo contrari a priori, ma ci si deve confrontar­e per trovare la soluzione migliore

❞ Agostini A queste quote non nevica più: varrebbe la pena investire in settori diversi dallo sci

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Verso il Palon Una delle piste da sci del Bondone

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