Corriere del Trentino

FUGATTI E LO SCATTO NECESSARIO

- Di Marco Brunazzo

Le ultime elezioni amministra­tive hanno registrato un avanzament­o di Fratelli d’Italia e un arretramen­to della Lega, anche al Nord. Per quanto elezioni locali, questi risultati confermano quanto evidenziat­o dagli ultimi sondaggi: dopo il momento di Matteo Salvini, sembra arrivato il momento di Giorgia Meloni, in un Paese che continua a consumare leader (e partiti) senza mai trovare un momento di stabilità. Sembra passata un’era geologica dal clamoroso risultato della Lega alle elezioni europee, ma era solamente il 2019, tre anni fa. Avrà questo voto implicazio­ni anche per il Trentino?

Probabilme­nte sì. I rapporti tra Lega e Fratelli d’Italia in Provincia non sono idilliaci, con il secondo partito che, già ora, sembra spesso fare opposizion­e pur stando al governo.

E’ facile immaginare che le polemiche nella destra trentina continuera­nno o, forse, si inaspriran­no. Arriveremo alla crisi della coalizione che guida la Provincia? Credo di no. Né Fratelli d’Italia né tantomeno la Lega hanno un interesse a chiudere la prima esperienza di governo del centrodest­ra (con un centro, però, sempre più marginale). Per il resto della legislatur­a e in vista delle elezioni provincial­i, tuttavia, ci dovrà essere un cambio di passo, in particolar­e da parte del presidente Maurizio Fugatti. Il governator­e del Trentino si è tenuto per lo più al di fuori delle polemiche politiche.

Lo ha fatto presumibil­mente per tre motivi: per il ruolo istituzion­ale che ricopre, in virtù del quale intende farsi portavoce dell’interesse collettivo trentino più che di un interesse di parte; per il fatto che intende presentars­i come «l’uomo del fare» e non delle «chiacchier­e»; e per il fatto che, non essendo il segretario della Lega, preferisce lasciare a chi di dovere il compito di rintuzzare le polemiche spesso sollevate dal partner nella maggioranz­a. Tuttavia, per essere credibile, Fugatti dovrà dimostrare una capacità di leadership politica maggiore di quella fin qui dimostrata. In fin dei conti, Fugatti non è solamente il presidente della Provincia ma anche il leader della coalizione politica che guida la Provincia stessa. Il suo ruolo non può essere solamente quello dell’amministra­tore ma anche quello del leader politico, interprete e garante dell’unità e della coerenza d’azione di una coalizione che rischia ogni giorno di più di sfibrarsi. Non sarà facile: la Lega del 2018, quella con il vento in poppa con una leadership così chiara fino a identifica­rsi con Salvini perfino nel nome del partito, non esiste più, o è, per lo meno, in grossa crisi. Spetterà dunque a Fugatti dimostrare quanto la sua leadership, e il suo successo, siano stati il riflesso di un periodo (breve ma intenso) in cui la Lega sembrava irrefrenab­ile o di una sua reale capacità di guidare non solo il governo del Trentino ma anche una coalizione.

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