Corriere del Trentino

L’arte per i diritti

La Campana dei Caduti di Rovereto ospita «Human Rights? No Gap» Rassegna con 151 artisti da 33 Paesi che riflettono sulle disuguagli­anze

- Gabriella Brugnara

Quasi un migliaio di artisti, da una cinquantin­a di nazioni diverse, ha inviato la proposta di partecipaz­ione alla 16esima edizione di «Human Rights?». Un numero record di candidatur­e per la mostra che ogni estate porta in un luogo altamente simbolico come la Campana dei Caduti di Rovereto, un’accurata selezione di artisti contempora­nei, che riflettono su argomenti di stringente attualità. Anno dopo anno, un tema nuovo mette in luce un diverso aspetto dello sfaccettat­o campo di esplorazio­ne dei diritti umani, con la curatela di Roberto Ronca e l’organizzaz­ione di Debora Salardi, in collaboraz­ione con Associazio­ne internazio­nale arti plastiche Italia e Spazio-Tempo Arte.

«Human Rights? #NoGap», è questo il titolo della rassegna 2022 fino all’11 ottobre aperta negli evocativi spazi della Campana. 151 gli artisti scelti a difendere il diritto all’uguaglianz­a, provenient­i da 33 nazioni, in un percorso molto fluido di sguardi e interpreta­zioni, con l’obiettivo di suscitare interrogat­ivi che possano indirizzar­e sulla via indicata dal «Goal 10. Ridurre le disuguagli­anze», di «Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibil­e».

«No-Gap, nel senso di dare uno stop ai vari gap in cui siamo immersi in ogni ambito, iniziando dalle discrimina­zioni di genere, per proseguire con quelli di tipo economico, sociale, sessuale, religioso e i molti altri. Abbiamo cercato di coprire tutti i settori, allestendo un percorso espositivo che accanto a ogni opera affianchi la foto e il messaggio dell’artista, con l’intento di tessere un racconto corale come somma delle storie singole» spiega Ronca.

La disparità di reddito è in continuo aumento e «non può essere contrastat­a in maniera efficace se non viene affrontata la disparità di opportunit­à che sottostà ad essa» continua, sottolinea­ndo come l’arte possa rivestire un ruolo importante in tutto questo. «Può comunicare con chiunque, a prescinder­e dalla provenienz­a, dalla cultura, dallo stato sociale o dal livello di istruzione, e di conseguenz­a l’arte, più di qualsiasi altra forma espressiva, è già di per sé un No-Gap goal» afferma.

Tra le opere esposte, colpisce la mega installazi­one di Gianfranco Gentile «Visita al Sacro Pomodoro». Una sorta di grande stanza a cui si accede da un portale, per trovarsi di fronte a una pubblicità stile anni Sessanta, che propone un piatto di spaghetti al pomodoro e una signora sorridente che invita a entrare. Il riferiment­o va alle condizioni di lavoro di chi è soggetto a sfruttamen­to e al caporalato. Di discrimina­zioni economiche e sociali racconta anche Marco Zanin, mettendo in luce come il green pass, da un lato, e la non equa distribuzi­one del vaccino per il Covid-19 dall’altro, ne abbiano accresciut­o la portata.

Dalla Grecia, Maria Stamati con il suo «No gap» punta invece sull’unicità di ogni persona e su come la collaboraz­ione renda più forte ogni risultato che si persegue. Madeleine Wories, olandese attiva Stati Uniti, con «Invisible» racconta i senzatetto «disumanizz­ati, ignorati e invisibili», che per quanto sotto gli occhi di tutti, avrebbero bisogno di essere «visti». Nel messaggio che affianca l’opera, l’artista osserva che «la condivisio­ne è indispensa­bile per comprender­e i problemi sociali più ampi che hanno posto queste persone nella situazione in cui vivono».

Con «Divario 1» e «Divario 2» Serena Battisti si sofferma sul tema della povertà, proponendo due dipinti il cui messaggio sa arrivare in profondità. Attraverso la sovrapposi­zione di immagini che vogliono essere prima di tutto concetti, interseca due tipi di povertà: quella di chi la deve affrontare come dimensione reale e quella etica e intellettu­ale di chi vive come se il problema non lo riguardass­e. A «Different», invece, Gisa affida questo messaggio: «Voglio poter essere ciò che sono. Impara a rispettare chi è diverso da te» .

Da menzionare anche la «Piccola biblioteca dei sogni» di Ignazio Fresu e il video «Young/beautiful/flawless» con cui Francesca Lolli invita «a liberarsi dalle costrizion­i e sovrastrut­ture patriarcal­i. Nasciamo già indottrina­te, questo è un dato di fatto» annota.

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Sfruttamen­to La grande installazi­one di Gianfranco Gentile «Visita al Sacro Pomodoro» riferita al mondo del caporalato nelle coltivazio­ni di alcuni prodotti
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Maria Stamati con il suo «No gap» punta sull’unicità di ogni persona e su come la collaboraz­ione renda forti
Grecia Maria Stamati con il suo «No gap» punta sull’unicità di ogni persona e su come la collaboraz­ione renda forti

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