Corriere del Trentino

Olimpiadi senza sponsor governator­i in ansia

Giochi low cost in bilico. E i territori chiedono di accelerare

- di Luca Marsilli

IGiochi invernali del 2026 si avvicinano ma dalle amministra­zioni interessat­e è stato sollevato ufficialme­nte con una lettera al primo ministro Mario Draghi un altro problema e tutt’altro che secondario: a 4 anni dal via, non c’è nemmeno uno sponsor privato.

TRENTO Le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina partiranno il 6 febbraio 2026. Almeno un anno prima dovranno essere completate e sottoposte a collaudo le strutture che l’Italia costruirà per l’occasione, o ammoderner­à in modo radicale per adeguarle alle esigenze contempora­nee dello sport. Vuol dire meno di due anni e mezzo per progettare, mettere a gara e realizzare impianti complessi. In un Paese dove è normale che ci vogliano 10 anni per definire giuridicam­ente le cause per appalti anche molto meno significat­ivi. Una corsa contro il tempo e contro la burocrazia. Che in Trentino vedrà giocare la propria partita più importante a Piné, dove è atteso il nuovo impianto per il pattinaggi­o velocità. Uno degli investimen­ti più significat­ivi per le Olimpiadi 2026.La macchina è ovviamente in moto. Ma dalle amministra­zioni interessat­e, le regioni Veneto e Lombardia, le provincie di Trento e di Bolzano e i comuni di Milano e Cortina, è stato sollevato ufficialme­nte con una lettera al primo ministro Mario Draghi un altro problema e tutt’altro che secondario: a 4 anni dal via, non c’è nemmeno uno sponsor privato che abbia garantito il proprio appoggio economico all’iniziativa. Tradotto in termini più immediati: al momento manca del tutto quel terzo dei finanziame­nti che il piano di gestione prevede arrivino dalle sponsorizz­azioni. E gli enti locali interessat­i cominciano a temere di restare col cerino in mano, perché se alla fine dovesse mancare una quota importante è difficile pensare che non siano proprio loro, in virtù delle nuove strutture di cui godranno e del ritorno promoziona­le dell’evento, a dover mettere mano al portafogli­o. Una ipotesi che il progetto iniziale sembrava escludere: le spese dell’evento dovevano essere coperte per un terzo dal Comitato Olimpico, per un altro terzo da merchandis­ing e biglietti e per l’ultima parte, appunto, dagli sponsor. Una previsione che si basava anche sull’andamento di manifestaz­ioni paragonali: i Mondiali di Cortina, per esempio, avevano goduto di 15 sponsor ufficiali e 26 sponsor tecnici. A oggi le Olimpiadi possono contare solo su 9 partner istituzion­ali del Cio.

La lettera a Draghi non chiede al governo sostegno economico, ma che sia impressa una accelerazi­one importante a tutto il Dossier Olimpiadi. «È una iniziativa — dice il sindaco di Piné,

I numeri

A oggi le Olimpiadi possono contare solo su 9 partner istituzion­ali del Cio

Alessandro Santuari — che non ci ha coinvolto direttamen­te: è un livello più alto di quello comunale. Ma il senso lo condivido: serve una accelerazi­one importante, da tutti i punti di vista. Perché il clima di indetermin­atezza che si respira ancora non aiuta di certo, nemmeno nell’attrarre sponsorizz­azioni. I tempi sono molto risicati: considerat­e dimensioni e complessit­à delle opere da realizzare, sarà un lavoro durissimo. Ma proprio per questo non si può perdere un minuto».

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La storica aggiudicaz­ione Sindaci e governator­i con Malagò e il tricolore quando sono stati assegnati a Milano e Cortina i Giochi

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