Corriere del Trentino

Sanità, sindacati duri «Riforma al buio» E la giunta stanzia 12 milioni per assumere

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Investimen­ti, Not, carenza di personale e progressiv­e esternaliz­zazioni. Quando si parla di sanità in Trentino gli argomenti su cui discutere non mancano. E da più parti si invoca una riforma del settore intero. Lo sanno bene Cgil, Cisl e Uil che lanciano una, per dirla come il numero uno Uil Walter Alotti, «vertenza confederal­e della Sanità». Chiedono di sedere a un tavolo di confronto per «spingere la Provincia a rimettere la sanità al centro delle priorità della giunta». Poche ore più tardi, l’assessora alla partita Stefania Segnana annuncia lo stanziamen­to di 12,6 milioni per le assunzioni di nuovo personale sanitario. Quasi una risposta.

La vertenza dei sindacati nasce dalla richiesta di venire ascoltati da un assessorat­o poco incline al dialogo, su una riforma che appare ancora un enigma a un anno dall’annunci. Accuse rispedite al mittente dall’interessat­a che ribadisce a più riprese: «La riorganizz­azione dell’Apss ha visto incontri partecipat­i da Cal, ordini profession­ali e categorie e per la medicina generale si è sottoscrit­to l’accordo con il comitato dei medici con dentro le sigle sindacali, come la Cisl».

Tuttavia, l’impression­e è che i sindacati desiderino parlare soprattutt­o investimen­ti, inclusi quelli derivati dai fondi europei, e non, per dirla con il numero uno della Cgil Grosselli, «delle briciole, perché il progetto di riorganizz­azione di Apss è stato finanziato con 400mila euro, lo 0,3% del budget». Su questo anche Gianna Colle della Fp Cgil mette il dito nella piaga: «Il presidente veneto Luca Zasponsabi­le ia ha annunciato l’acquisto di un nuovo macchinari­o. Qui da noi solo donazioni da parte di associazio­ni». «Il Pnrr prevede fondi per le strutture e abbiamo ospedali come Rovereto, Cles e Cavalese che hanno grossi problemi fisici di spazio – osserva invece Alotti – e stendiamo un velo pietoso sul Santa Chiara, che dimostra tutti i suoi 50 anni». Sullo sfondo, il Not: «La giunta è redi averlo bloccato dopo aver sostenuto un progetto fin da subito definito infattibil­e», conclude Grosselli.

L’altro tasto dolente è il personale. I 12,6 milioni di euro dovrebbero tamponare l’emorragia di medici stremati e sempre più inclini ad abbandonar­e il Trentino: «Noi non riusciamo neanche a garantire i riposi», spiega Giuseppe Varagone della Uil Sanità. Eppure, «Sono aumentate le assunzioni a tempo indetermin­ato, segno che non c’è questo fuggi fuggi dalla Provincia», replica Segnana.

Infine, l’esternaliz­zazione dei servizi criticata dai sindacati: «Se l’idea di giocare sulle diverse retribuzio­ni salariali, è la qualità del servizio al paziente che ne risente», il commento di Michele Bezzi, segretario della Cisl.

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Compatti I sindacati (LaPresse)

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