Le auto del boscaiolo sotto la lente del Ris Il rebus spostamenti
Omicidio di Iob, s’infittisce il mistero. Sopralluogo della pm nel cantiere forestale
Si infittisce il mistero attorno all’omicidio di Fausto Iob, il custode dell’orso ucciso il 3 giugno scorso con 18 colpi alla nuca e poi gettato nel lago di Santa Giustina. Ieri le auto di David Dallago, il boscaiolo accusato dell’omicidio, sono state setacciate dal Ris. Dubbi su spostamenti e tempi.
TRENTO Sono le nove del mattino quando i carabinieri del Ris di Parma raggiungono la caserma a Cles dove sono parcheggiati i tre mezzi sotto sequestro. I militari del Raggruppamento investigazioni scientifiche iniziano a setacciare le auto, una Fiat Panda e una Kia, con strumenti estremamente sofisticati esanimano ogni anfratto dell’abitacolo alla ricerca di tracce ematiche, anche invisibili, o cancellate dalla candeggina usata per pulire la macchina, reperti organici, peli, capelli.
Si continua a cercare, per lunghe ore. A distanza ci sono gli avvocati della famiglia di Fausto Iob, Paolo Mazzoni e Camilla Valentini, uno dei figli del custode forestale brutalmente ucciso il 3 giugno scorso con 18 colpi alla nuca e poi gettato in acqua, un nipote e l’avvocata Angelica Domenichelli che difende David Dallago, unico indagato. Nessuno si può avvicinare, il lavoro del Ris è delicato e complesso, i luoghi non possono essere contaminati e per l’analisi minuziosa serve tempo. Sono le 17 quando i carabinieri iniziano a esaminare la seconda auto, poi c’è il trattore. Un’operazione laboriosa, i militari hanno repertato anche gli indumenti da lavoro e gli attrezzi del giovane boscaiolo di Mollaro accusato di aver ucciso il custode forestale. Il corpo di Iob, «l’amico dell’orso», come tutti lo chiamavano, è stato trovato solo due giorni dopo nel lago di Santa Giustina. Un delitto ancora avvolto nel mistero. Si cercano risposte dal Ris. Gli esami di laboratorio e la comparazione del Dna con quello della vittima potrà fornire elementi utili a ricostruire una dinamica ancora oggi tutta da chiarire. La pm Licia Scagliarini ieri ha raggiunto il cantiere forestale dove lavoravano Iob e Dallago per verificare di persona i luoghi. Ma il mistero si infittisce. Allungando lo sguardo verso il lago oltre quella barriera verde, fatta di bosco e alberi tagliati, diventa ancora più difficile ricostruire cosa sia successo. I luoghi sono particolarmente impervi e sono tanti i dubbi sugli spostamenti e i tempi, «sono ristretti», dice l’avvocata Domenichelli. Per lei è impensabile ipotizzare che il boscaiolo possa aver ucciso Iob e poi averlo portato fino al lago. «È una zona troppo impervia», afferma. «Ci sono tanti dubbi e aspetti da chiarire, se la vittima fosse stata trasportata fino al lago qualcuno avrebbe visto, il lago è frequentato anche da pescatori».
Qualcuno potrebbe aver aiutato Dallago? La domanda continua a tormentare e il sopralluogo di ieri avrebbe alimentato i dubbi. La sensazione è che ci siano più persone coinvolte nel delitto, ma per ora l’unico indagato resta Dallago. L’auto di Iob è ancora parcheggiata in località Dos de la Val, mentre il cellulare del custode forestale è stato trovato a una distanza di circa 30 - 40 metri dalla macchina verso il cantiere boschivo. Cosa è successo dunque? Forse Iob ha perso il telefono durante la lite? E l’aggressione è avvenuta vicino al cantiere o dove? Domande a cui la Procura sta cercando di dare una risposta.