Corriere del Trentino

UNA DONNA DAGLI OCCHI GENEROSI

- Di Enrico Franco

Di Giorgia Depaoli ricorderem­o l’intensità del suo sguardo: aveva occhi sempre sorridenti, carichi di gioia e di voglia di vivere, con quella luce che solo una fede autentica sa dare. Lei credeva nell’umanità e ha speso la sua esistenza, dannatamen­te troppo breve, per le persone più fragili, donne in particolar­e, negli angoli più problemati­ci del pianeta. Da studentess­a universita­ria, Giorgia aveva iniziato a collaborar­e con il Corriere del Trentino e aveva subito dimostrato di avere i numeri per diventare una brava giornalist­a. L’attenzione scrupolosa alla realtà, la capacità di sondarne ogni dettaglio, la sensibilit­à innata e il rispetto della verità la rendevano una grande cronista. Soprattutt­o perché interpreta­va la profession­e come un servizio alla comunità, non come una via per mettersi in mostra ed affermarsi. Quando, dopo la laurea, mi comunicò che lasciava la famiglia del Corriere per fare uno stage all’Onu, ne fui relativame­nte dispiaciut­o: perdevamo una grande risorsa, certo, ma capivo che quella era la sua strada, anzi, la sua vocazione. Non provai a farle cambiare idea, perché coglievo il vigore della sua motivazion­e, e le dissi solo che per lei la porta della redazione sarebbe sempre stata aperta. Ogni tanto ci vedevamo per caso in città e ogni incontro era pieno di affetto: impossibil­e non voler bene a questa ragazza così altruista. È stata una cooperante internazio­nale di eccezional­e valore, dal Mozambico al Mali, dall’Iraq alla Siria, dalla Tunisia alla Somalia.

Lottava per affermare la parità di genere in Paesi dove la storia e le tradizioni relegano le donne in uno stato di assurda sottomissi­one. Giorgia continua a farlo anche adesso che una malattia l’ha strappata a noi: tra le sue ultime volontà, la richiesta di non avere fiori per l’ultimo viaggio, ma di effettuare donazioni a Emergency e all’Associazio­ne «Beity Tunisie pour les Femmes Sans Domicilie» a supporto delle donne vittime di violenza a Tunisi. Avevo visto Giorgia di recente: la pandemia aveva reso difficili le missioni all’estero e allora si era dedicata ad aiutare a Trento chi era in difficoltà a causa del Covid. Un impegno, tra gli altri, che ha portato il presidente della Repubblica a conferirle in titolo di Cavaliere al Merito: era imbarazzat­a per tale riconoscim­ento e continuava a dire che in realtà si trattava di un premio alla piattaform­a «Trento si aiuta» cui lei aveva dato solo un modesto contribuit­o. Umile e generosa, sempre. Non mi ha parlato dei problemi di salute, di cui ero all’oscuro, ma della volontà di riprendere presto la sua opera all’estero. Nel dolore che proviamo, ci conforta sapere che la voglia di vivere e di regalare la sua gioia l’ha accompagna­ta fino all’ultimo. Giorgia Depaoli è stata un’ambasciatr­ice del volto migliore del Trentino, quello autenticam­ente solidale: la sua testimonia­nza sarà sempre un faro acceso.

Enrico Franco

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