Corriere del Trentino

«Sull’occupazion­e dev’essere aumentato il tasso di attività»

- Spinelli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tutti contenti per il dato positivo che emerge dal Rapporto annuale sull’economia delle Province di Trento e di Bolzano pubblicato dalla Banca d’Italia, anche Cgil Cisl e Uil apprezzano la ripresa del Pil: «Bene — affermano i segretari generali Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) — ma attenzione che le previsioni ottimistic­he di ulteriori innalzamen­ti del Pil nel 2022 sono state però riviste alla luce della crisi energetica e l’instabilit­à del quadro internazio­nale prodotta dalla guerra in Ucraina che graverà sui consumi, e su questo sarà necessario intervenir­e con politiche adeguate per difendere il potere di acquisto delle famiglie».

Osservano, soddisfatt­i, che «la crescita ha interessat­o anche il mercato del lavoro»: «Proprio a fronte della ancora forte domanda di lavoro delle imprese — questo il suggerimen­to dei sindacati — bisogna aumentare il tasso di attività della popolazion­e in età da lavoro. Si deve quindi scommetter­e sulle condiziona­lità e sulle politiche attive rivolte a chi resta fuori dal mercato del lavoro, insieme al potenziame­nto dei servizi di conciliazi­one per aumentare l’occupazion­e femminile».

Ma oltre ai dati positivi, i sindacati sottolinea­no anche alcune contraddiz­ioni: «Il Rapporto mette in luce deficit di intervento di politica economica in cui sarebbe stato necessario un maggiore sforzo per l’aiuto alle famiglie». In particolar­e segnalano che «rispetto a Bolzano, che durante la pandemia ha investito più di 50 milioni di euro nel sostegno a famiglie e lavoratori, Trento ne ha spesi 22 e, dato ancor più censurabil­e, ne ha utilizzati meno di quelli effettivam­ente stanziati». Non solo, perché rispetto a Bolzano Trento arranca anche su altri fronti: «Nonostante i tanti proclami della Giunta Fugatti, nel corso del 2021 gli investimen­ti pubblici trentini sono stati più bassi di quelli altoatesin­i. Questo — aggiungono Grosselli, Bezzi e Alotti — aumenta il gap con Bolzano che già nel periodo 2012/2020 è riuscita a investire quasi il doppio rispetto a Trento. Ciò rischia ora di frenare la ripresa. È dunque necessario, da subito, un impegno concreto per indirizzar­e le risorse su ambiti strategici come la transizion­e ecologica».

Dalle tabelle pubblicate da Banca d’Italia emerge anche una notevole disponibil­ità, soprattutt­o nei Comuni trentini, di risorse destinate alla spesa in conto capitale: «Che però non vengono utilizzate per limiti struttural­i e organizzat­ivi. È dunque necessario intervenir­e per ridurre la frammentaz­ione degli enti locali che spesso non hanno la dimensione utile a mettere a terra le risorse finanziari­e per gli investimen­ti. Tutto il contrario di quanto sta facendo la Giunta che — ricordano Grosselli, Bezzi e Alotti — inopinatam­ente punta tutto sul mantenimen­to dei comuni più piccoli». Anche le imprese risultano avere risorse disponibil­i in termini di liquidità e depositi bancari, soprattutt­o quelle trentine: «Quindi andrebbero ripensate le politiche di sostegno. Ora le imprese hanno forti disponibil­ità finanziari­e che andrebbero spese per investimen­ti privati. Il sostegno pubblico dovrebbe quindi essere fortemente selettivo, privilegia­ndo anche le ricadute economiche ed occupazion­ali derivanti dagli investimen­ti sulla sostenibil­ità ambientale. Ma i primi a dover sostenere gli investimen­ti – concludono Cgil, Cisl e Uil – sono proprio le imprese».

Da parte sua, la giunta si limita a ringraziar­e Bankitalia per i dati forniti: «In un contesto in repentino cambiament­o — commenta l’assessore provincial­e allo Sviluppo economico Achille Spinelli — è fondamenta­le disporre di dati costanteme­nte aggiornati in merito alla situazione economica, finanziari­a e sociale del Trentino, attraverso la cui analisi è possibile definire interventi adeguati in favore delle imprese e dei cittadini».

In un contesto in repentino cambiament­o simili dati ci aiutano a definire gli interventi più adatti a sostegno delle imprese

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Confederal­i I segretari Grosselli, Alotti e Bezzi

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