Corriere del Trentino

Un concerto per l’Iran e l’Ucraina

- M. M.

Per quanto «coro» e «cuore» non sembrino avere alcun legame etimologic­o, sentendo parlare Sandro Schmid — presidente del coro Bella Ciao, attivo in Trentino dal 1994 — verrebbe quasi voglia di inventarse­ne uno. Presentand­o ieri il concerto per la pace, in programma domenica prossima, Schmid ha ribadito infatti l’importanza dell’impegno umanitario per tutti i cori del nostro territorio — 200, con un totale di oltre 5.000 persone coinvolte.

«Come diceva il nostro storico maestro Bepi Grosselli, — ha dichiarato Schmid — no se canta sol con la boca, ma col cor». Un cuore che non è mero sentimento, bensì quella grande tradizione culturale che ha portato, negli anni, un coro come il Bella Ciao a proporre non soltanto canti popolari ma anche un antico repertorio di montagna, «la quale è da sempre simbolo di libertà e fratellanz­a». Proprio su questi due aspetti si focalizzer­à l’evento, coinvolgen­do anche il coro Bianche Zime di Rovereto e il Tridentum di Trento. «Nell’organizzar­e un concerto per la pace, — ha aggiunto Schmid — non potevamo prescinder­e dal coinvolger­e chi proprio agli ideali di libertà e fratellanz­a si sta immolando: l’Ucraina che lotta per la sua indipenden­za e l’Iran per l’emancipazi­one». Spazio dunque, durante l’evento, a un’esibizione di ragazzi ucraini frequentan­ti il liceo Bomporti e alla testimonia­nza di una giovane donna iraniana, che preferisce mantenere l’anonimato. «La rivoluzion­e, nel mio Paese, è ancora in atto – ha raccontato — ma il cambiament­o è molto difficile perché si basa soltanto sull’impegno dei manifestan­ti. Ultimament­e gli arresti vengono effettuati anche con delle ambulanze, un fatto che trae in inganno chi, ferito, pensa invece di venire soccorso». Per dare sostegno a queste due realtà, l’appuntamen­to è domenica, ore 10, presso la sala della filarmonic­a di Trento.

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