Corriere del Trentino

I RITI (E MITI) DELLA PASQUA NASCONO CON LA MITOLOGIA GRECA

- Di Brunamaria Dal Lago Veneri

Si cominciano ad affacciare i rituali della Pasqua. Si può considerar­e un rito senza un mito? Riprendo il cammino sulle tracce dei riti e dei miti, che nelle tradizioni precristia­ne alludevano profeticam­ente alla rinascita. Tutto ha origine nella mitologia greca.

Dopo l’equinozio di primavera si svolgevano nell’antica Grecia le Adonie, le feste della resurrezio­ne di Adone.

Il rito si ispirava a un racconto del quale esistono varie versioni. La più diffusa narra che Afrodite aveva nascosto un bambino bellissimo, Adone, e lo aveva affidato a Core, regina degli inferi, la quale non voleva più restituirl­o.

Ne nacque una disputa risolta da Zeus il quale decretò che Adone abitasse per metà dell’anno con Core - Persefone e l’altra metà con Afrodite, metafora dell’alternarsi dal buio dell’inverno al rifiorire della primavera.

Ma un giorno funesto, là dove i cani non riuscivano a seguire le tracce per la violenza del profumo dei fiori, un orso (o fu un cinghiale?) assalì Adone e lo uccise.

Secondo una versione alla quale si riferisce anche Ovidio, dal sangue del giovinetto sbocciò un fiore vermiglio, l’anemone. Per commemorar­lo si introdusse il rito di seminare grano, orzo, finocchio o altre erbe e fiori in ceste o vasi chiamati «giardini di Adone».

All’inizio del secolo anche nella nostra terra si seminava il grano in vasi che venivano tenuti al buio. Le pianticell­e crescevano pallide. Venivano ornate di nastri rossi e messe sui sepolcri.

Adone, adorato in tutta l’aria mediterran­ea era in realtà una divinità babilonese, conosciuto nel mondo ellenistic­o come Pammegas, l’universalm­ente grande, il sommo.

Così si spieghereb­be il racconto di Plutarco nel Tramonto degli oracoli, dove riferisce che per tre volte, davanti all’isola di Paxos si sentì chiamare «Thamus, Thamus, Thamus, il Pammagas è morto. Risorga il nuovo Pammaga». Il rito si osserva fino ai nostri giorni. Nella rivisitazi­one di tutti i miti e i riti primaveril­i emerge un motivo ricorrente: un sacrificio al quale succede una rigenerazi­one, una rinascita.

Questo sia nel mondo vegetale come nel mito di Adone, e nel regno animale, che sceglie l’ariete o l’agnello come simboli del sacrificio.

Generalmen­te la Pasqua si celebra nel segno dell’Ariete e l’ariete, noto anche nel mito del Vello d’oro, pegno di salvezza, dove Vespero si sacrifica per risorgere come nuovo Sole rinnovando l’anno e il cosmo, è la rappresent­azione allegorica dell’agnello sacrifical­e con il quale si simbolizza il Cristo.

Miti e riti ripresi dal Cristianes­imo medioevale e assimilati e interpreta­ti come un’allegoria della redenzione.

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