Il gatto e la volpe oggi e il borghese Pinocchio
Per «Corpi Eretici» della compagnia La Ribalta la pièce in cui tornano a incontrarsi i personaggi iconici della fiaba. Tra ferite, amori, salti e cadute
Il sipario del Teatro Comunale di Gries si apre domani per «Corpi Eretici», la rassegna del Teatro La Ribalta di Bolzano, che vede in scena (ore 20.30) Boccascena ovvero le conseguenze dell’amor teatrale, con César Brie, Antonio Attisani e Caterina Benevoli. Nella «Giornata mondiale del Teatro» uno spettacolo dedicato proprio all’amore per l’arte drammatica. La produzione Emilia Romagna Teatro, con la collaborazione di Agi di, porta sul palco una pièce intensa, che tocca tutte le corde dell’ at tori alità in un’ora e mezza di dialoghi bizzarri, poetici, graffianti e sarcastici e personaggi sgangherati, grotteschi, e malinconici.
In un rincorrersi di realtà e finzione, di scena e messa in scena, due uomini di teatro accomunati da trascorsi di un’amicizia ruvida, Brie e Attisani, rispettivamente Gatto e Volpe, tornano a incontrarsi per caso dopo tanto tempo su un palcoscenico che diventa una zattera di umanità.
Tra ironia e disincanto, senza che se ne rendano conto, una figura anonima, il custode del teatro, un regista, il loro erede?, li guida nella stupefacente rivelazione di essere stati legati l’uno all’altro per tutto il corso delle rispettive vite. Entrambi, seguendo le tracce di un teatro che ha i tratti del necessario, si ritrovano al termine di un viaggio che li porta a fare i conti con sé stessi, con le differenze che li separano e con le vicende del passato attraversando opere, scuole, maestri, colleghi, amori, colpe e malattie. Sullo sfondo di questo lungo momento amarcord, le memorie ferite dei due protagonisti che rivivono sul palco in una scombinata narrazione che procede per salti e cadute. Se il sipario si apre con lo spirito di un’allegra insofferenza, all’ultima uscita di scena lo spettatore si lascerà stupire da uno sconsolato matrimonio.
Al motto «fine teatro mai», che riprende tragicomicamente quel cupo e privo di speranza «fine pena mai», il pubblico sarà guidato nel racconto da un enigmatico servo di scena che suggerisce e detta i temi privati e universali interpretati da Gatto e Volpe nel corso della loro vita.
Uno spettacolo intenso in cui i due «teatranti disadattati» si mettono a nudo con sogni e speranze, passioni e delusioni, in un esercizio di sincerità che si trasforma nella loro ultima recita costellata di incidenti.
Affiorano così, a poco a poco, le conseguenze dell’amore travolgente per un teatro popolato da mille personaggi in cui l’anziana coppia vorrebbe giustiziare simbolicamente quel Pinocchio che, diventato un «bravo bambino», un «ragioniere qualunquista» e un «borghese di centrodestra sinistra », è il vero vincitore nella realtà storica.
Il palcoscenico di Galleria Telser, a Gries, ospita così un percorso che è allo stesso tempo potente, divertente e malinconico per celebrare un teatro che si pone ancora alla ricerca dell’arte della sincerità. Un teatro necessario, poetico e rivoluzionario, nato da un avocazione autentica e dentro il quale si può anche morire, indossando ciascuno la propria maschera, nella speranza di lasciare il testimone a chi verrà.