Corriere del Trentino

Dodicianni il nuovo disco «La mia voglia di riscatto»

«Neverendin­g Highway»: pop elettronic­o, disco music, ballate

- Fabio Nappi

Do dici anni riparte da «Never end ingHighway»,iln uovo album uscito venerdì su tutte le piattaform­e digitali per l’etichetta Nevada Production Inc di Filippo Duò. Anticipato dai singoli Stella di mare e Drivein (sapore 80), il disco segna una nuova fase artistica per il cantautore che ha vissuto a lungo in Alto Adige. Due anni di grandi cambiament­i, che hanno portato Andrea Cavallaro, in arte Dodicianni, a confrontar­si e a rimettersi in gioco con otto dei produttori più influenti della scena nazionale. Un lavoro corale realizzato con Golden Years, Marquis, Heysimo, Lorenzo Donato, Davide Mancini, B-Croma, Gianmarco Grande e Carlo

Corbellini dei Post Nebbia. Le sonorità spaziano dal pop elettronic­o alla disco music, ma non mancano le ballate nello stile della miglior tradizione cantautora­le. Il tour di presentazi­one parte questa sera dall’Alcazar Live di Roma (ore 19.30) e proseguirà in primavera nei club e in estate nei principali Festival.

Dodic i a nni , cosa v uol e raccontare in «Neverendin­g Highway»?

«È un disco che parla di insoddisfa­zione e voglia di riscatto, un disco solitario di chi ha la faccia perennemen­te annoiata e che odia la gente. “Neverendin­g Highway” è un alternarsi continuo di nottegiorn­o, buio-luce e soprattutt­o andata e ritorno. Poche persone importanti, storie, ricordi sbiaditi, nuove speranze, fretta, un’autostrada infinita».

Com’è nata l’idea di lavorare con più produttori?

«Volevo lavorare con i produttori di cui sono fan e sono andato a trovarli nei loro studi. Questi due anni sono stati pieni di città nuove da visitare e tante autostrade da percorrere. Ho proposto le mie canzoni e musicalmen­te mi sono affidato a sensibilit­à musicali completame­nte diverse. Dal pop francese di Dicono che tu e Delacroix, fino all’introspezi­one di Lolita dei Parioli e Non chiedere mai più di me ».

C’è un immaginari­o cinematogr­afico dietro la copertina sfumata del disco?

«La mia foto in movimento fa riferiment­o al senso di corsa che ha caratteriz­zato questi due anni. La copertina può ricordare l’immaginari­o di autori come Tom Waits e Bruce Springstee­n, ma dietro le mie canzoni c’è l’ascolto di tanta musica americana: Bob Dylan e Tom Petty in primis. Mi sono appassiona­to anche al lavoro di un produttore come Jack Antonoff, che sta dietro ai dischi di Lana Del Rey e Taylor Swift».

Tra i live ci sarà anche un appuntamen­to in TrentinoAl­to Adige?

«Riparto a fare concerti dopo un po’ di tempo con un set elettronic­o tutto nuovo. Per il momento nei club e in estate nei Festival nazionali. Il sogno è quello di suonare al Poplar Festival di Trento a fine settembre».

È sempre forte il legame con il Trentino-Alto Adige?

«Mi sono dovuto trasferire per lavoro a Verona, dove insegno alla School of Art, ma in Alto Adige ho mezza famiglia e in Trentino ci sono i miei migliori amici».

Sinergia Un lavoro realizzato con otto dei produttori più influenti

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