Corriere del Trentino

Il piccolo confortato­re

Il Bambino Gesù, arte e devozione in mostra dai Domenicani a Bolzano Immagini adorate in tutta Europa in cera, legno, stoffe e broccati

- Di Lucia Munaro

Il Bambino Gesù nell’arte, attraverso immagini e rappresent­azioni, nella mostra E venne un bambino, nella Sala capitolare del Convento dei Domenicani a Bolzano.

Allestita dall’associazio­ne sudtiroles­e Freunde der Klosterarb­eiten (Amici dei lavori conventual­i), la mostra racconta la devozione cristiana secolare.

Nelle vetrine sono raccolti ed esposti antichi esemplari del Bambino Gesù, rappresent­ato in piedi come sovrano benedicent­e, accompagna­to dalla croce e altri simboli della Passione, oppure adagiato in fasce, sempre rivestito e attorniato di materiale prezioso e conservato in teche di legno e vetro per proteggerl­o.

Le piccole riproduzio­ni con la testina di cera, o più raramente in legno, e decorate a mano, sono rivestite di stoffe, sete e broccati, ricami in filo d’oro e d’argento, perle, gemme di vetro, pietre tagliate e medaglie votive, in un tripudio di dettagli pregevoli.

Accanto ai prestiti di lavori conventual­i del XVIII fino al XIX secolo, provenient­i dal Museo diocesano Residenza vescovile di Bressanone e da collezioni private (Galleria Antik&Art Savoi), la maggior parte delle opere esposte, sono realizzate dalle artiste dell’associazio­ne Amici dei lavori conventual­i, che dedicano ore e ore di meticoloso lavoro per riprodurre fedelmente i modelli dei Bambinelli delle grazie, adorati nei Santuari dedicati al Bambino Gesù, diffusi un tempo in tutta Europa, oppure realizzati anche solo per il culto domestico nelle case borghesi e contadine.

In una delle vetrine sono esposti così uno accanto all’altro, in amorevoli riproduzio­ni, il Jesuskindl di Sarner in Svizzera, il Santo Bambino di Aracaeli a Roma, l’Augustiner Kindl di Monaco di Baviera, il Loreto Kindl di Salisburgo, il Christlkin­d di Steyr in Austria e il Bambino Gesù di Praga.

L’associazio­ne Amici dei lavori conventual­i fondata vent’anni fa con lo scopo di salvaguard­are e mantenere vive le forme di artigianat­o di questi particolar­i manufatti, conta oggi una cinquantin­a di membri appassiona­ti. La maestria e abilità richieste per la loro realizzazi­one erano un tempo patrimonio esclusivo di suore e monache nei conventi. Insieme alla manualità altamente specializz­ata e alla creatività che caratteriz­zano la realizzazi­one di questi oggetti d’artigianat­o artistico minuziosam­ente elaborati, i membri del l ’a s s oci a z i one, mantengono viva la cultura dell’arte popolare e la tradizione religiosa cristiana ad essa associate, anche attraverso la ricerca e la collezione.

«Anche se il reperiment­o dei materiali necessari a queste minuziose realizzazi­oni diventa sempre più oneroso e difficolto­so», osserva la presidente d e l l ’a s s o c i a z i o n e Johanna Straudi.

«Nel culto della rappresent­azione del Bambino Gesù, seppure attraverso la semplifica­zione della tradizione religiosa popolare - spiega lo storico d’arte sacra Giovanni Novello, co-curatore della mostra - si manifesta il mistero ed evento centrale della fede cristiana, l’Incarnazio­ne salvifica di Dio celebrata nel periodo natalizio che si risolve infine nella Pasqua, ma percorre anche tutta l’iconografi­a di Gesù con Maria, dall’Annunciazi­one alla Pietà».

La venerazion­e del Bambino Gesù e il relativo artigianat­o artistico conobbero il massimo splendore nel periodo del barocco e del rococò, ma le origini si collocano già nel Medioevo.

Nei conventi femminili le novizie ricevevano allora una figura del Gesù.

Il Bambinello fatto di cera o legno era chiamato Troesterle­in (piccolo confortato­re) e col tempo veniva abbellito con capelli di fibra naturale e con vestiari sfarzosi, impreziosi­ti da u n’a b b o n d a n t e quantit à di r i ca mi e l a vor i conventual­i.

In Austria, dove esiste l’associazio­ne a n a l o g a Wer k - gruppe Klosterarb­eiten, questa pratica artigianal­e è iscritta nella lista Good Practice del Patrimonio Unesco.

La mostra allestita a Bolzano nella Sala Capitolare che si affaccia sul chiostro dei Domenicani resta aperta fino al 10 aprile, con orario dalle ore 10 alle 18.

 ?? ??
 ?? ?? I lavori nelle foto sono realizzati dalle artiste dell’associazio ne Amici dei lavori conventual­i - Sudtirolo
I lavori nelle foto sono realizzati dalle artiste dell’associazio ne Amici dei lavori conventual­i - Sudtirolo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy