Il servizio «zerosei» di Luserna dove si insegna l’idioma cimbro
Nicolussi Castellan: «Attività condivise e una mediatrice linguistica affianca i bimbi»
Una piccola perla incastonata tra le montagne, un borgo antico considerato tra i più belli d’Italia ricco di storia e una tradizione che custodisce gelosamente. Parte da qui, e per la sua storia non poteva essere diversamente, il progetto sperimentale del servizio integrato «zerosei» per i bambini da 0 a 6 anni dove si insegna la lingua cimbra.
Il minuscolo paese di Luserna, 270 anime in tutto, conserva ancora l’antico idioma di origine germanica, risalente ai primi secoli del secondo millennio che tuttora è parlato quotidianamente dall’80% della popolazione. Sono 6 i bimbi iscritti per il prossimo anno di cui 3 al servizio 0-3 e altri alla materna (quest’anno in corso sono 7 all’infanzia e 4 al nido). Ma aL userna il servizio è integrato, sono previste attività condivise e un approccio innovativo che accompagna i bambini nella crescita, un progetto sperimentale che anticipa il disegno di legge della consigliera Vanessa Masè «zerosei», sul quale si sta discutendo da tempo. Il testo «rivisitato» è stato depositato nei giorni scorsi e sarà esaminato del Dipartimento istruzione che aprirà un tavolo di confronto (Corriere del Trentino di ieri ndr). Il comune di Luserna si era infatti mosso ben 13 anni fa, ma ha fatto anche un passo in più: utilizzando la sua peculiarità ha introdotto nel servizio anche l’insegnamento della lingua cimbra. Una mediatrice linguistica e un’educatrice di nido che conosce la lingua accompagnano i bambini quotidianamente. «L’esperienza era partita 2011 in maniera sperimentale per volontà del Comune — spiega Matteo Nicolussi Castellan, rappresentante della comunità cimbra all’interno dell’autorità per le minoranze linguistiche —. Era stato fatto uno studio approfondito finalizzato a realizzare un servizio integrato che prevedeva sia nel servizio 0-3, sia nel servizio 0-6 una sorta di approccio con la lingua cimbra. Il progetto è nato in maniera sperimentale grazie a un intervento di deroghe».
L’idea è partita dalla chiusura, nel 2007, della scuola elementare che è confluita nella scuola di Lavarone, quindi per tre anni non c’era più un plesso formativo e si rischiava di perdere l’approccio scolastico dell’idioma cimbro. Così il Comune ha deciso di investire nel servizio integrato «zerosei».
«Nel tempo — spiega Matteo Nicolussi Castellan — è stato potenziato e sono subentrate nuove figure come la mediatrice linguistica che è assunta dall’Istituto cimbro, l’ente paraprovinciale insediato nel Comune di Luserna. Si tratta di una persona di madrelingua c imbrache si approccia e accompagnai bambini tutti i giorni dal lunedì al venerdì per la totalità delle ore». La mediatrice lavora prettamente nel servizio 3-6, anche se ci sono momenti di condivisione tra i bimbi sempre nell’ottica di un percorso di crescita unitario, mentre per il nido, che viene gestito direttamente dall’amministrazione comunale attraverso le cooperative, è stata individuata un’educatrice che conosce la lingua cimbra. In realtà molti bambini conoscono e capiscono l’antico idioma perché viene usato anche in famiglia, ma sono cambiati i tempi, la società e le famiglie oggi sono miste, pertanto la conoscenza del cimbro e soprattutto la capacità di comunicare utilizzando l’antica lingua non sono così scontate. «L’obiettivo — sintetizza Matteo Nicolussi Castellan — è arrivare a un approccio full immersion». Per Luserna è stato possibile avviare il progetto rapidamente grazie alla legge 18 dell’87 che concede una deroga sul numero minimo di bambini perla scuola dell’infanzia e a inizio mese è stata votata e approvata all’unanimità in consiglio provinciale un’ulteriore normativa di deroga che abbraccia il servizio extrascolastico pomeridiano. Il prossimo passo sarà garantire l’insegnamento del cimbro anche in questi orari. I bambini dello «zerosei» frequentano gli stessi spazi all’interno di un’edificio che sorge proprio accanto all’ Istituto cimbro Kulturinstitut Lusérn che offre la possibilità di visite e attività. Ci sono anche i cartoni animati in cimbro. Nicolussi Castellan pone l’accento anche sulle opportunità che offre la lingua: «Conoscere il cimbro agevola il bambino anche per l’apprendimento del tedesco e dell’inglese».