Il Trga, i giudici sostituti e la difesa dell’autonomia
S onograto al Presidente del Trga Fulvio Rocco che ha garbatamente replicato alle mie osservazioni sulla prospettiva di sostituzione temporanea ed eccezionale dei due giudici amministrativi di designazione provinciale con giudici tratti dai ruoli ordinari nazionali. Nonostante la presentazione di puntuali argomentazioni contrarie, il presidente Rocco ben coglie come la presenza dei giudici «laici» e la mia proposta alternativa di eventuali giudici sostituti, sempre di designazione provinciale, sia coerente con le «finalità dell’autonomia speciale». La prospettiva della sostituzione (sia pure eccezionale e temporanea) è funzionale all’efficienza dell’organo e l’efficienza della giurisdizione amministrativa è essa stessa una risorsa del sistema Trentino, e su questo non vi sono dubbi- ma, a mio giudizio, non è altrettanto funzionale alla tutela dell’autonomia speciale. Sarebbe opportuno ricercare una soluzione di maggiore equilibrio nella tutela dei due beni giuridici. Il paragone con la situazione della sede di Bolzano del Trga regge, a mio giudizio, proprio sotto il profilo dell’intensità di tutela dell’autonomia speciale, sia pure mediata dalla tutela dei gruppi linguistici. E proprio sotto questo profilo giudico improprio che la Commissione dei Dodici abbia condiviso la scelta di privilegiare l’efficienza dell’organo rispetto alla configurazione sistematica e simbolica dell’organizzazione della giurisdizione amministrativa in Trentino, rinunciando alla ricerca di soluzioni alternative. Peraltro, il silenzio delle istituzioni trentine in materia conferma che la mia lettura è palesemente meno che minoritaria. Tuttavia, in una fase in cui l’autonomia speciale corre rischi di progressivo sgretolamento, conviene cogliere ogni occasione per ribadirne il valore e l’attualità.