Corriere del Trentino

Bolzano Film Festival Le donne al centro

La kermesse dal 12 al 21 aprile Il via con Blind Husbands, pellicola restaurata del regista Erich von Stroheim proiettata in tre sale del FilmClub. Chiude Linda e il pollo di Malta e Laudenba Il direttore Bugno: «Edizione al femminile Molte opere in conco

- Di Silvia M.C.Senette

Du e d a t e p a l i n d r o me aprono e chiudono, il 12 e il 21 aprile, la 37° edizione del Bolzano Film Festival che trasformer­à il capoluogo altoatesin­o in una piccola Cannes.

Il ricco programma, dieci giorni e due weekend, prende il via venerdì 12 aprile con la proiezione di Blind Husbands, film muto di Erich von Stroheim, nella serata inaugurale che occuperà in contempora­nea le t re s al e del Fi l - mClub di via Dr Streiter a Bolzano. Il film sarà presentato in versione restaurata con l’inedito accompagna­mento musicale dal vivo, in collaboraz­ione con il Südtirol Jazz Festival. La carrellata di eventi sarà invece chiusa, sabato 21 aprile, dal capolavoro d’animazione Linda e il pollo di Chiara Malta e Sébastien Laudenbach, miglior film premiato all’Annecy Animation Festival.

Nel mezzo, un fitto cartellone con proiezioni per tutti i gusti - programma e orari su filmfestiv­al.bz.it - e focus tematici dedicati ai due premi alla carriera, assegnati ai registi Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e alla casa di produzione Vivo film di Marta

Donzelli e Gregorio Paonessa, ma anche al Cinema Indigeno Brasiliano con le produzioni militanti di resistenza politico-culturale e impegno civile, e l’omaggio al produttore e regista altoatesin­o Karl «Baumi» Baumgartne­r, scomparso dieci anni fa. Minoranze, lingue e conflitti sono contenuti ricorrenti nel Concorso Bffb37 così come nella sezione RealeNonRe­ale dedicata alle forme documentar­ie. Nella sezione Bffb Special, Pepe, Orso d’Argento all’ultima Berlinale, presentato in anteprima Italiana, con cui Nelson Carlos De Los Santos Arias dà voce all’ippopotamo morto del narcot r a f f i ca nte Pabl o Escobar per r a ccontare gl i eventi storici di cui è stato testimone. A catalizzar­e l’attenzione sarà, come sempre, la selezione di pellicole in concorso che in questa 37° edizione condensano «un sorprenden­te universo ibrido - come anticipa il direttore Vincenzo Bugno - . Finzione, animazione, diverse forme documentar­ie: tutte opere con un profilo artistico forte e originale e una sensazione di intimità che ce le fa sentire vicine, al di là della diversità di storie e luoghi, esistenze, corpi e personaggi. Nessuno di questo film lascia indifferen­ti».

Anche quest’anno la manifestaz­ione è arricchita dalle sezioni Piccole Lingue, dedicata alle minoranze linguistic­he e Local Heroes, con cui il Bolzano Film Festival dà spazio ai giovani cineasti della regione con racconti che parlano di esperienze di confine sviluppati con piccoli budget o prodotti grazie al sostegno di Idm Film Fund Commission.

Südsee di Henrika Küll parte dall’amicizia tra due ragazzi per indagare la complessit­à del rapporto tra Germania, mondo ebraico e Israele. Tra i lungometra­ggi più attesi, la pellicola svizzera Deer Girl di Francesco Jost e l’austriaco

Persona non grata di Antonin Svoboda.

Le opere presentate nella kermesse sono molto spesso firmate al femminile o vedono il corpo della donna al centro della narrazione.

«La programmaz­ione del festival, a livello tematico, è sic u r a mente al fe mminil e - conferma Bugno -. Buona parte delle opere in programma è di registe e c ’è un focus sul corpo a vari livelli. È il caso di due film tedeschi, Ivo di Eva Trobisch e Touched di Claudia Rorarius, in concorso lo scorso anno al festival di Locarno e qui in prima nazionale. Corpo femminile protagonis­ta anche di uno dei film inseriti nella sezione RealeNonRe­ale,

Tempo d’attesa di Claudia Brignone dedicato alla gravidanza, attraverso la storia-ritratto di un’affascinan­te ostetrica partenopea. Donne al centro di Lasciami sola produzione svizzera in lingua francese di Maxime Rappaz, e di Mit einem Tiger schlafen di Anja Salomonowi­tz, biografia dell’artista a u s t r i a c a Mar i a L a s - sning».

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Nella foto grande una scena di «Lasciami sola» di Maxime Rappaz
E un momento di «As Hipere Muheres» film brasiliano
Opere Nella foto grande una scena di «Lasciami sola» di Maxime Rappaz E un momento di «As Hipere Muheres» film brasiliano

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