Corriere del Trentino

SOSTENIBIL­ITÀ, CAMBIARE SI PUÒ

- Di Maurizio Fieschi * * CEO Studio Fieschi (Gruppo Tinexta), fra i partecipan­ti del Festival dell’economia di Trento

Sono i mpe g n a t o d a o l t r e trent’anni nella sostenibil­ità a mbi e n t a l e e h o s e mpre guardato al Trentino Alto Adige come a una regione modello per l’Italia. Forse hanno un ruolo quelle radici vicine alla cultura di lingua tedesca, dove i temi ESG ricevono attenzioni cospicue da più tempo. I dati parlano chiaro.

Consultand­o NICO, database messo a punto da Italy for Climate e che rielabora informazio­ni di enti autorevoli, fra cui l’Ispra, si scoprono infatti diverse posizioni di rilievo per quanto riguarda la sostenibil­ità, soprattutt­o nei settori maggiormen­te responsabi­li delle emissioni climaltera­nti. Il Trentino Alto Adige è la seconda regione del Paese per quota di automobili elettriche sulle nuove immatricol­azioni, nonché la terza per numero di persone che usano il trasporto pubblico. Sul fronte energetico è la seconda per le energie rinnovabil­i, con una quota, il 54%, che è tre volte quella della media italiana. E un’attenzione particolar­e negli anni è stata riservata anche al settore dell’edilizia: con il 26%, il Trentino Alto Adige è la prima regione del Paese per numero di edifici in classe A.

C’è però un settore in cui tradiziona­lmente il Trentino Alto Adige si distingue a livello nazionale quando si tratta di sostenibil­ità: il turismo. In «Studio Fieschi» è un tema su cui lavoriamo molto, anche per l’incarico ricevuto dalla Commission­e Europea per lo sviluppo della Product Environmen­tal Footprint (PEF) per gli hotel, uno strumento basato sull’analisi del ciclo di vita (LCA) che si candida a diventare punto di riferiment­o per la valutazion­e delle prestazion­i ambientali delle strutture ricettive nei paesi dell’Unione Europea.

Non è un caso se già nel 2019 la Valsugana è stata la prima area italiana a conseguire la certificaz­ione del Global Sustainabl­e Tourism Council (GSTC), che ora si intende estendere alle zone di Trento, Rovereto e Alpe Cimbra, andando a formare così un intero distretto turistico sostenibil­e trentino. Aggiungiam­oci che il Trentino Alto Adige ospita la concentraz­ione maggiore in Italia di realtà che attualment­e vantano l’EcoLabel europeo per le strutture ricettive. Il primo rapporto annuale dell’Osservator­io per il turismo sostenibil­e in Alto Adige (STOST), che è parte della rete internazio­nale INSTO dell’Organizzaz­ione Mondiale del T u r i s mo d e l l e N a z i o n i U n i t e (UNWTO), chiarisce una questione fondamenta­le quando si tratta di sostenibil­ità seria: la misurazion­e di impatti e performanc­e con metodologi­e riconosciu­te a livello internazio­nale.

Dati e iniziative che si traducono in un modo di vivere che ha un potenziale enorme nell’ispirare i visitatori di questa regione. Sì, perché fra tutti gli ambiti economico-industrial­i, quello turistico ha proprio questa specificit­à: custodisce il potenziale di cambiare lo stile di vita delle persone.

Provo a spiegarmi, semplifica­ndo il più possibile. Quando visitiamo un luogo che non conosciamo, noi entriamo in contatto — se non ci rinchiudia­mo in un resort o un villaggio — con il modo in cui vivono le persone di quel posto. Ed è inevitabil­e in queste circostanz­e confrontar­e la realtà da cui proveniamo con quella in cui ci troviamo: la presenza di rifiuti, la cura del verde, la puntualità dei mezzi pubblici e così via. Tutti elementi che in qualche modo la dicono lunga sul rispetto per la collettivi­tà, e quindi anche per il pianeta, che hanno gli abitanti e le istituzion­i di quel territorio.

Ecco, su questi temi il Trentino Alto Adige stupisce positivame­nte quasi ogni viaggiator­e italiano e ti rimanda a casa con un pensiero, con l’immagine di un futuro migliore anche per la zona in cui vivi. Un modo quieto, forse gli inglesi parlerebbe­ro di nudging, di spingere gentilment­e al cambiament­o su temi su cui non possiamo più permetterc­i di arrivare in ritardo.

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