LanaLive, musica e arte indagano le tradizioni
«Rethinking Rituals» (ripensare i rituali) è il motto xche ha ispirato l’edizione 2024 del festival «LanaLive».
Dal 24 maggio al 2 giugno, un programma che si declina tra musica, arti visive, performance, dibattiti e conferenze con artisti, scienziati e rappresentanti di associazioni.
Il festival invita il pubblico a scoprire nuove prospettive su usi e costumi in una kermesse intitolata «Tradizioni in movimento».
Hannes Egger, direttore artistico di «LanaLive» e presidente dell’omonima associazione, spiega: «Al team creativo e curatoriale, composto da me e Katrin Klotz, si sono aggiunte Annika Terwey e Sofia Margesin, entrambe di Lana ma berlinesi di adozione: è loro l’idea del tema da indagare. Vogliamo capire se una tradizione debba rimanere immutata oppure se sia in evoluzione. Le tradizioni sanno dare identità alle persone e alle comunità. Ci preme scoprire se in un territorio molto folcloristico per motivi storici e turistici, come l’Alto Adige, le tradizioni lo siano davvero o, magari in parte, siano state inventate».
Il festival chiederà al pubblico se le tradizioni si possono riadattare a una società che è cambiata. Lo farà già a partire dall’anteprima dell’Huangart con la banda musicale di ottoni di Lana, sabato 18 maggio alle 19 al Pfefferlechner, in un nuovo rituale con l’insegnante di jodel Markus Prieth.
Si entra nel vivo con l’inaugurazione ufficiale venerdì 24 maggio a Sant’Ippolito a Narano, dove la chiesetta medievale ospiterà la mostra Ritual Rhythms: Modern Practices, Ancient Echoes curata da Annika Terwey. Una collettiva composta da quattro opere. «Il te des co Vi nzenz Aubry espone il video di un vaporizzatore elettrico di incenso che prende il posto del turibolo agitato in chiesa da chierichetti e ministranti - anticipa Hegger -. La vicentina Valentina Cavion propone una performance con settanta scatti che la immortalano mentre fa il segno della croce prima di uscire di casa. L’ucraina Tatiana Pakhmutova espone un altare pop e new age contaminato con simbologie manga. Infine il duo olandese Rob Bothof e Mike Rijnierse trasforma una campana di chiesa rovesciata in una campana tibetana».
Si prosegue con il dibattito tra storici studiosi di tradizioni e riti, Roland Angerer, Simon Terzer e Judith Rubatscher, la performance Blauer Schurz di Maya Stimpfl sull’atto di cambiarsi d’abito, il concerto Zeit con la cetra virtuosa di Reinhilde Gamper e la «Cerimonia del cacao» con Alexia Amort e Krystsina Eyeva.