Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Un caldo da morire: blackout, malori e altre due vittime
Ma da oggi rischio temporali e grandine
Caldo record, ieri in Veneto, con le temperature di 7 gradi oltre la media stagionale e una serie di malori. A Padova è morta una 73enne e a Boara Pisani un 59enne rodigino al lavoro. Blackout ovunque, ma da oggi rischio temporali e grandine.
VENEZIA Giornata da bollino rosso, ieri, in Veneto (con Verona segnalata tra le 14 città più calde d’Italia dal ministero della Salute), dove l’anticiclone africano Flegetonte ha imperversato con temperature record. Il termometro è schizzato fino a 36 gradi però percepiti come 40 a causa dell’alto tasso di umidità, mietendo altre due vittime, dopo il 50enne rumeno morto lunedì pomeriggio nel Veronese, causando una serie di malori anche seri, innescando blackout, incendi e incidenti. A Padova il primo dramma: una donna di 73 anni, Gisella Figliola, che già soffriva di cuore, è stata stroncata nella notte dall’afa, nel suo appartamento all’ultimo piano privo di aria condizionata. A dare l’allarme la migliore amica, che ieri mattina dopo aver suonato invano il campanello per un po’ ha chiamato i vigili del fuoco, entrati dal balcone e testimoni della tragedia, poi ricondotta al mix cardiopatia-caldo dai medici del Suem. Stesso abbinamento alla base del secondo decesso, avvenuto qualche ora dopo a Boara Pisani. Alle 17 Andrea Bergamini, 59 anni residente a Ceregnano (Rovigo), stava dissodando il terreno nel suo cantiere edile. Alla fine del turno si è sentito male: il gran caldo, unito ad alcuni disturbi al cuore di cui l’uomo soffriva da tempo, hanno scatenato un collasso fatale. Bergamini è crollato davanti al figlio e al nipote, che lavoravano con lui e che hanno chiamato i soccorsi, purtroppo vani.
Paura anche nel Vicentino: ha rischiato grosso un 65enne, colto da malore perché, rimasto in panne sul Monte Grappa, in piena salita ha pensato bene di spingere la sua moto d’epoca fino a Campo Solagna, sotto il sole. Giunto a destinazione, è svenuto ed è stato soccorso prima dai passanti e poi dal Suem di Crespano, che l’ha portato all’ospedale del posto, dove è stato ricoverato. Allarme a Treviso — che ha registrato oltre una ventina di chiamate al Suem per malori —: un 12enne iscritto al Grest si è sentito male mente faceva una salita in bicicletta ed è stato portato al Pronto soccorso. Nulla di grave, per fortuna.
Restando in ambito sanitario, nella città del Santo il ricorso a tutti i condizionatori e il conseguente aumento del consumo di elettricità da 5 a 9 megawatt hanno provocato un blackout di 15/20 secondi all’ospedale centrale, bloccando gli ascensori con la gente dentro. Nessuna ripercussione sui pazienti, perché nelle sale operatorie come nelle Terapie intensive sono entrati in funzione i gruppi elettrogeni autonomi. La corrente è saltata, ma per mezz’ora, anche nel centro storico (al buio pure la questura) e in alcuni quartieri di Monselice, Campodarsego, Torreglia e Albignasego. Stesso problema, per sovraccarico della linea (+10%) indotto dall’uso dei condizionatori, in corso Porta Nuova nel centro di Verona, mentre all’aeroporto «Catullo» di Villafranca un guasto alla centralina Enel di Dossobuono ha causato un blackout di un’ora. Entrato in funzione il gruppo generatore, dalle 14 alle 15 i servizi sono rimasti in funzione ma è saltata l’aria condizionata: nel terminal c’erano 26/27 gradi. Nel Trevigiano, cioè a Revine, Susegana, Conegliano, Caerano, Oderzo e Vittorio Veneto, sono andate a fuoco diverse cabine Enel, in sovraccarico sempre per il massiccio ricorso ai condizionatori. Risultato: altra catena di black-out. Problemi anche con l’acqua, che molti sindaci hanno dovuto razionare. «Acque Veronesi», la società che gestisce acquedotti e depuratori in 77 Comuni scaligeri, «invita cittadini, turisti e amministratori a limitare inutili sprechi e usi impropri» dell’acqua potabile, come irrigazione di orti e giardini o rifornimento di piscine. Consiglio immediatamente recepito da numerosi primi cittadini, che hanno vietato l’uso dell’acqua per scopi non strettamente domestici e igienico-sanitari nelle ore più calde. Lo stesso accade a Bassano, dove il sindaco Riccardo Poletto ha emanato un’ordinanza con uguale contenuto e in vigore a luglio e agosto.
A Venezia infine diverse le segnalazioni al Suem per malori da caldo. Nel primo pomeriggio le ambulanze sono uscite per cinque richieste di intervento a casa e in strada da parte di anziani ma anche di giovani disidratati. Nessuno però in condizioni gravi.
Se ieri si è boccheggiato, da oggi si annuncia una tregua: l’Arpav prevede tre giorni di piogge e temporali che dovrebbero abbassare le temperature, schizzate di 7 gradi sopra la media stagionale, e abbattere l’umidità. La Protezione civile ha decretato dalle 12 di oggi a domattina lo stato di preallarme sulle zone montane e pedemontane, per fenomeni anche intensi, come forti rovesci, raffiche di vento e grandinate. Ma il weekend tornerà rovente.