Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
I MIGRANTI FRA CAOS E MURI
I genitori scrivono ai giornali. Il sacerdote: «Ingestibile, le dicono sempre sì a tutto»
Il Veneto è la regione più chiusa ed insensibile al problema dei profughi. Parole (molto pesanti) del prefetto Morcone, capo del Dipartimento immigrazione del Ministero degli Interni. Sembra riapparire il cliché di un Veneto insensibile ed egoista: non solo nei confronti dei profughi, ma anche delle altre regioni italiane, specie del sud, costrette a sobbarcarsi il peso dell’accoglienza.
Tuttavia l’intera gestione del problema profughi alimenta parecchie perplessità e talvolta nutre perfino l’insofferenza xenofoba e populista che gonfia parte dell’opinione pubblica.
Per almeno tre motivi.Il primo è dato dallo stile dell’accoglienza, spesso all’insegna del caos, dell’improvvisazione, addirittura di una disumanità oggettiva che nega nei fatti la stessa volontà umanitaria generosamente dimostrata nei salvataggi nel mare di Sicilia. Una accoglienza subita ed approssimativa, avvelenata da scie infinite di polemiche e di ripicche tra sindaci, regioni e governo.
Il secondo motivo di perplessità si chiama Europa. Non c’è solo la vicenda finanziaria della Grecia a dimostrare la fragilità ottusa dell’Unione. Perché c’è una Europa che scarica sull’Italia, sulla (povera) Grecia, sulla Spagna il problema della spinta delle migrazioni disperate che salgono incessantemente dal sud del Mediterraneo. Un mare che per molti paesi europei – preoccupati di alzare muri e barriere – è davvero solo un «mare nostrum», nel senso banale e cinico che l’Italia si deve arrangiare.
Rifiutata a soli 12 anni dal campo scuola perché ingestibile. Una doccia fredda per due genitori padovani che si sono sentiti dire «no» dagli animatori della parrocchia quando sono andati ad iscrivere la loro figlia al campo estivo. Dopo due anni di «tentativi» gli organizzatori hanno infatti gettato la spugna: la ragazzina è troppo viziata. Impossibile portare l’adolescente al campo scuola.
Già le scorse due edizioni erano state trasformate in un inferno dalla pestifera 12enne che sistematicamente rifiutava di obbedire ad ogni ordine, non giocava con gli altri, faceva i capricci e si comportava da bambina viziata, addirittura minacciava di denunciare ogni animatore. Da qui la lettera scritta pochi giorni fa dai genitori e inviata alla Diocesi e ai giornali per sfogare tutta la loro delusione e denunciare un atteggiamento che sembra aver ben poco di cristiano. Perché se è vero che «ogni scarrafone è bello a mamma soja» sentirsi dire che la propria figlia è inadatta ad un campo scuola perché troppo viziata è pur sempre un duro colpo.«In realtà noi abbiamo tenuto ancora oggi un posto per lei - ha spiegato il parroco - il nostro era solo un modo per impartire un insegnamento alla bambina e far capire che non si può sempre fare quello che si vuole. Purtroppo i genitori hanno pensato di scrivere una lettera di denuncia invece che tentare di capire il nostro punto di vista. L’ennesima dimostrazione di
La pace Ora il campo scuola è disposto ad accettarla
un problema educativo».
Un mese e mezzo fa il padre della ragazzina era anche andato a parlare con il parroco per chiedere ragione di quel «no». La spiegazione del religioso era stata semplice: «E’ viziata, vuole fare solo quello che vuole e non ascolta nessuno, è difficile da gestire, dice sempre di no e poi per dispetto fa il contrario, se non lo fate voi genitori noi come parrocchia dobbiamo insegnarle che non si può fare sempre quello che si vuole e che ci sono dei no da accettare. Anche questo significa diventare grandi».
La cosa sembrava conclusa. Il religioso era quasi certo di essere riuscito a insegnare qualcosa anche ai genitori. Fino a quando, pochi giorni fa, mamma e papà dell’adolescente hanno deciso di scrivere una lettera da inviare a Curia e giornali per denunciare il fatto. In ogni caso uno spiraglio per coronare il sogno della ragazzina di andare al campo scuola sembra esserci. La conferma arriva anche dal parroco che si è detto pronto a inserirla comunque nel gruppo. «Ho parlato sinceramente al padre – ha continuato il parroco - e lui mi ha risposto che è la sua figlia unica e non le può dire di no, noi come parrocchia cerchiamo di aiutare a vivere in comunità, a vivere e crescere insieme. La denuncia dei genitori è sbagliata sia a livello educativo che umano. E’ stata l’ennesima conferma di un errore educativo. Non si può fare così, non si educa così un figlio e non si cerca un accordo con la propria parrocchia attraverso i giornali. Detto questo non abbiamo mai chiuso la porta in faccia a nessuno e se proprio ci tengono accoglieremo la ragazzina anche quest’anno».
Se i genitori faranno ora un passo indietro accettando l’offerta della parrocchia è ancora difficile da dire. Viene anche da chiedersi se la dodicenne cercherà quest’anno di ridimensionare i suoi capricci, sapendo di avere due genitori pronti a tutto pur di esaudire qualsiasi suo desiderio.