Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Eraclea marcia sulla prefettura di Venezia Cittadina balneare in rivolta, il sindaco: «Non mi fido più del rappresentante del governo»
in tutte le città della costa, o meglio tutte quelle che ci hanno dato la loro disponibilità e la loro solidarietà ovvero Jesolo, San Donà, Noventa, Meolo e Quarto d’Altino (perché c’è anche chi non l’ha fatto come i sindaci di Musile di Piave e Fossalta ndr). Scenderemo dall’autobus 200 metri prima della piazza e incontreremo i sindaci. Poi arriveremo fino a Venezia e porteremo le nostre richieste al prefetto».
Le richieste, in realtà, sono già state spedite nei giorni scorsi via mail. Si parla di due lettere. «Ho scritto dicendo che Ca’ Turcata, (lo stabile in cui dovevano essere trasferiti i migranti in moduli abitativi prefabbricati, ndr.) non verrà attivata finché il prefetto non mi garantirà per iscritto che non arriveranno altri migranti ad Eraclea – dice Talon – non è un bel segnale che un sindaco non si fidi del prefetto. Ma per come sono andate le cose in queste settimane non me la sento». Non se la sente perché, dice, ha paura che tutto diventi una «scusa» anche gli spazi recuperati dal Comune per «liberare» il residence. «Non voglio trovarmi con due centri di accoglienza – dice Talon – i migranti che spetterebbero ad Eraclea sulla base del calcolo degli abitanti sono 13, vedete voi». Intanto, dalla Prefettura, le garanzie sono arrivate. «Non capiamo di cos’altro abbia bisogno il sindaco – dicono dalla Prefettura – è stato garantito che cercheremo di spostare i migranti altrove, fino a farli scendere a quota 160 per Eraclea, alcuni potrebbero già essere spostati nei giorni scorsi nella palestra di Portogruaro, ora libera». Questo ovviamente secondo i calcoli fatti fino ad ora dal Ministero. Ad oggi in Veneto sono accolti infatti 945 migranti ma non è detto che le quote non vengano modificate nelle prossime settimane. «Non abbiamo ancora un’indicazione in questo senso – spiegano dalla Prefettura- e nemmeno sul fronte degli Hub che però dovranno essere attivati ben presto. La caserma? Non è stata ancora individuata ma di sicuro non potrà ospitare più di 300 persone altrimenti la gestione diventa complicata. Verranno attrezzate con moduli prefabbricati da una decina di persone l’uno, con tanto di bagno, ma ad occuparsene dovranno essere cooperative qualificate e non è detto che in Veneto ce ne siano».
Non c’è nessuno che si occupi di noi, siamo soli