Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ora il Veneto si allea con lo Jiangsu Aziende a caccia di intese commerciali
I cinesi sbarcano nel Padovano. L’assessore leghista: «Ci uniscono passato e presente»
Shopping sì, ma di prodotti e non di aziende. Perché, ha spiegato nel tardo pomeriggio il direttore dell’ufficio degli affari esteri della provincia di Jiangsu, Li Xu, «in Veneto ci sono molti prodotti di qualità, nel settore agroalimentare. Il vino, per esempio. E, nel nostro territorio, c’è un numero crescente di consumatori interessati a questi beni». Di qui il matrimonio commerciale, ieri mattina a palazzo Balbi, tra la Regione Veneto e la Provincia centro-orientale della Cina che ha come capitale Nanchino e che ha le dimensioni di uno Stato: 80 milioni di abitanti, 20 in più del Belpaese. E, quel che più conta, ha un Pil in crescita e una economia meno frizzante del solo Guandong. «Sia il Veneto che lo Jiangsu - ha pertanto affermato l’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari - rappresentano il 10% del prodotto interno lordo dei rispettivi Paesi (essendo però quello nominale della Cina quattro volte quello italiano); inoltre a cominciare dall’iniziativa di oggi (che segue un protocollo di intesa del 1998), saranno incentivati gli scambi tra i nostri imprenditori e quelli cinesi». Sempre per l’assessore «ci uniscono un passato e un presente da protagonisti».
Insomma, nelle parole di Corazzari non c’è traccia di polemica,
Li Xu In Veneto ci sono molti prodotti di qualità, a cui siamo interessati
tipo quelle del governatore Luca Zaia su alcune ditte cinesi operanti in Veneto; ma d’altra parte si tratta di contesti diversi. Nel primo pomeriggio, lo sbarco della delegazione dello Jiangsu a Villa Contarini di Piazzola sul Brenta per l’evento «Destinazione Veneto», che ha preso spunto da quello planetario dell’Expo. Circa 70 rappresentanti di aziende cinesi hanno incontrato circa 50 colleghi veneti. Prima, sotto un caldo opprimente ma anche sotto le decorazioni della galleria delle Conchiglie, il vicegovernatore della Provincia cinese Li Yunfeng ha tracciato un percorso secondo quattro direttrici: ampliamento dei rapporti commerciali; sostegno agli investimenti, soprattutto delle Pmi; collaborazione in ambito agricolo, ma anche nella cultura. Di qui, la firma in serata di accordi tecnici tra Veneto Promozione e Veneto Agricoltura con i corrispondenti enti cinesi. Il vicegovernatore ha anche citato il faraonico progetto infrastrutturale relativo alla «Nuova via della seta», che potrebbe arrivare all’Italia e al Veneto.
Nel pieno pomeriggio gli incontri «business-to-business». Tra le aziende venete, due legate al Gruppo Carretta di Quinto di Treviso (automazione industriale, robotica), le vinicole Tenuta Chevalier (San Pietro in Cariano, Verona), Bertani Domains (Grezzana, Verona) e Rogante di Conegliano (Treviso). Tra le cinesi, Shanshui Silk, che realizza pigiami, foulard e lenzuola in seta, ha 300 dipendenti e un fatturato pari a circa 12 milioni di euro. Il general manager Liu Ying ha fatto sapere che «l’azienda cerca un partner commerciale in Italia». Cerca partnership con agenzia nos t r a n a la Suzhou Shijueyishang, che si occupa invece di design «anche per grandi imprese», ha sottolineato la brand supervisor Yin Shanshan. C’erano gli avvocati cinesi, come Jiang Neidong, che «prende contatti con i colleghi italiani, per favorire l’insediamento delle aziende cinesi in Veneto. Qui, in effetti, le possibilità non mancano, perché il Veneto ha una buona agricoltura, sviluppata, e tanti uomini d’affari, come lo Jiangsu. Insomma, c’è del potenziale». Ma poi, c’erano i distributori cinesi, come Xinyi Mingdi Food. Il suo rappresentante Jie Zhang ha fatto sapere: «Sono alla ricerca di prodotti italiani, da vendere in Cina. Già da anni ci occupiamo di vino e ora anche di olio. Quando il governo dello Jiuangsu ci ha fatto sapere che c’era l’occasione per fare capolino in Veneto, l’abbiamo presa al volo».