Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Fa un’iniezione, sta male e muore Sei medici indagati per omicidio
La donna si era medicata, poi era andata in ospedale. Là non avrebbe ricevuto cure
La domanda a cui cerca di rispondere la procura è semplice: come mai nessuno si è accorto dell’infezione che, veloce , stava uccidendo la 45enne cinese Jianfei Miao?
La donna è morta a causa di una fascite necrotizzante il 16 ottobre dell’anno scorso dopo quarantottore d’agonia. Sul caso, dopo l’esposto del marito della donna, assistito dall’avvocato Pietro Someda, il pm Francesco Tonon aveva aperto un’inchiesta, ora arrivata a un punto di svolta. Nei giorni scorsi dalla procura sono partiti sei avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti medici dell’Azienda Ospedaliera di Padova, accusati di cooperazione in omicidio colposo. Sono i camici bianchi - tre medici del Pronto soccorso, un radiologo, uno specializzando in Chirurgia plastica e uno in Anestesia - che tra il 14 e il 15 ottobre scorso avevano visitato la donna, madre di due bambini e residente in via Buonarroti, all’Arcella. E per capire come siano andate le cose, il pm Tonon ha chiesto al gip un incidente probatorio in cui verificare il comportamento dei medici sulla base dell’autopsia che ha individuato nella fascite necrotizzante il killer di Jianfei Miao. Che all’ospedale c’era andata dopo una puntura intramuscolare di Voltaren fatta da sola, in casa. E’ in quel momento, secondo la ricostruzione della procura, che la donna ha contratto l’infezione fatale. Dopo alcune ore dall’iniezione di Voltaren, i primi sintomi: febbre alta, sudori freddi, vertigini che col passare del tempo non ne volevano sapere di andarsene nemmeno dietro il trattamento di diversi farmaci. Così lei e il marito, un 44enne connazionale, si sono rivolti all’ospedale. Qualcosa però non ha girato per il verso giusto e i dottori del Pronto soccorso, nonostante si siano accorti della gravità della situazione, non sono stati in grado di identificare la malattia e quindi curarla e salvare la vita alla paziente. Anche perché la fascite necrotizzante si sviluppa in modo rapido e aggressivo fino a svilupparsi in una lesione cutanea, accompagnata da bolle, vescicole e trombosi capillare che portano alla morte.
Così è successo per Jianfiei Miao, morta dopo circa due giorni d’agonia, il 16 ottobre. L’autopsia ha dato un nome alle cause della morte. Ora c’è da capire, e sarà il compito dell’incidente probatorio chiesto dalla procura, se il comportamento dei medici abbia influito sul destino della donna, o se invece si sia trattata di una tragica fatalità. A cui nessuno, seppur individuando in tempo la malattia, poteva opporsi.
La donna si era fatta un’iniezio -ne di Voltaren che è andata in necrosi I medici non avrebbero capito che era in atto una necrosi mortale