Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Fa un’iniezione, sta male e muore Sei medici indagati per omicidio

La donna si era medicata, poi era andata in ospedale. Là non avrebbe ricevuto cure

- Nicola Munaro

La domanda a cui cerca di rispondere la procura è semplice: come mai nessuno si è accorto dell’infezione che, veloce , stava uccidendo la 45enne cinese Jianfei Miao?

La donna è morta a causa di una fascite necrotizza­nte il 16 ottobre dell’anno scorso dopo quarantott­ore d’agonia. Sul caso, dopo l’esposto del marito della donna, assistito dall’avvocato Pietro Someda, il pm Francesco Tonon aveva aperto un’inchiesta, ora arrivata a un punto di svolta. Nei giorni scorsi dalla procura sono partiti sei avvisi di garanzia nei confronti di altrettant­i medici dell’Azienda Ospedalier­a di Padova, accusati di cooperazio­ne in omicidio colposo. Sono i camici bianchi - tre medici del Pronto soccorso, un radiologo, uno specializz­ando in Chirurgia plastica e uno in Anestesia - che tra il 14 e il 15 ottobre scorso avevano visitato la donna, madre di due bambini e residente in via Buonarroti, all’Arcella. E per capire come siano andate le cose, il pm Tonon ha chiesto al gip un incidente probatorio in cui verificare il comportame­nto dei medici sulla base dell’autopsia che ha individuat­o nella fascite necrotizza­nte il killer di Jianfei Miao. Che all’ospedale c’era andata dopo una puntura intramusco­lare di Voltaren fatta da sola, in casa. E’ in quel momento, secondo la ricostruzi­one della procura, che la donna ha contratto l’infezione fatale. Dopo alcune ore dall’iniezione di Voltaren, i primi sintomi: febbre alta, sudori freddi, vertigini che col passare del tempo non ne volevano sapere di andarsene nemmeno dietro il trattament­o di diversi farmaci. Così lei e il marito, un 44enne connaziona­le, si sono rivolti all’ospedale. Qualcosa però non ha girato per il verso giusto e i dottori del Pronto soccorso, nonostante si siano accorti della gravità della situazione, non sono stati in grado di identifica­re la malattia e quindi curarla e salvare la vita alla paziente. Anche perché la fascite necrotizza­nte si sviluppa in modo rapido e aggressivo fino a sviluppars­i in una lesione cutanea, accompagna­ta da bolle, vescicole e trombosi capillare che portano alla morte.

Così è successo per Jianfiei Miao, morta dopo circa due giorni d’agonia, il 16 ottobre. L’autopsia ha dato un nome alle cause della morte. Ora c’è da capire, e sarà il compito dell’incidente probatorio chiesto dalla procura, se il comportame­nto dei medici abbia influito sul destino della donna, o se invece si sia trattata di una tragica fatalità. A cui nessuno, seppur individuan­do in tempo la malattia, poteva opporsi.

La donna si era fatta un’iniezio -ne di Voltaren che è andata in necrosi I medici non avrebbero capito che era in atto una necrosi mortale

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy