Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Dario: «Ridotti i ricoveri, così liberiamo le strutture per la chirurgia complessa»
«La struttura è un limite importante. Non ci sono le condizioni per ristrutturare questa area. Bisogna uscire dal centro e non si può più rimandare». Inizia così la conversazione con Claudio Dario, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, sugli ultimi dati della relazione al bilancio del 2014. «Ormai ogni volta che parliamo dell’ospedale, dei risultati che abbiamo raggiunto, degli obiettivi che ci siamo posti – spiega Dario – non possiamo non tenere presente che questa struttura ha molti vincoli che ci limitano nel lavoro. Abbiamo già 20mila metri di cantiere. Dopo il grande dibattito della scorsa estate, è inutile continuare a parlare. Aspettiamo la definizione dell’area. Una volta fatto questo, si potrà andare avanti nel nostro cammino».
Un percorso, spiega ancora il direttore, visibile chiaramente dagli ultimi dati sull’attività nel triennio 2012-2014. «Il nostro obiettivo – chiarisce – è rivestire il ruolo di hub, centro di riferimento, che la Regione ci ha affidato per le patologie più complesse. Per farlo dobbiamo cercare di lasciare il maggiore spazio possibile sia nelle sale operatorie che nei posti letto». Si spiega in quest’ottica, quindi, il calo dei ricoveri, e parallelamente l’aumento dell’attività chirurgica (3500 interventi in più nell’ultimo biennio), degli ultimi anni. L’Azienda ospedaliera è passata dai 47mila ricoveri ordinari del 2012 ai 45mila del 2014. Contemporaneamente, però, c’è anche un aumento della specialistica ambulatoriale, passata dai quasi 6,5 milioni di tre anni fa agli oltre sette milioni dello scorso anno.
«Ci sono molti interventi, dalla chirurgia plastica alle cataratte - precisa il direttore sanitario Daniele Donato - che non hanno più bisogno di essere effettuati con un ricovero di più giorni, ma che possono essere svolti in poco tempo in un ambulatorio. Questo ci consente di lasciare che le sale operatorie, come i posti per la degenza, siano disponibili per la chirurgia più complessa, che può essere svolta solo qui. Praticamente liberiamo attività per poter svolgere al meglio quello che solo noi possiamo fare». Come i trapianti. «Negli ultimi due anni – continua Dario – tutti i trapianti di polmone, così come quelli di pancreas del Veneto sono stati effettuati a Padova. Nel 2014, poi, abbiamo svolto il 68 per cento dei trapianti di fegato e il 66 per cento di quelli di cuore. E’ all’aumento di questo tipo di chirurgia che puntiamo, non a quello della chirurgia minore, anche se per noi sarebbe più redditizio».