Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Consiglio infuocato Fi vota contro Bitonci

Caos in Aula per i limiti alle aperture di take away in centro storico contrari Bianzale e Pasqualett­o, ma la maggioranz­a tiene con 17 a 12

- Davide D’Attino

Alla fine è successo. Dopo mesi di tensione tra una parte dei forzisti (quelli sostenuti dal commissari­o Simone Furlan) e il sindaco Massimo Bitonci, per la prima volta gli azzurri hanno votato ufficialme­nte contro una modifica del regolament­o proposta dalla maggioranz­a. Il pacchetto delle cosiddette norme anti-kebab però è passato con il voto dei forzisti fedeli al sindaco.

«Io non mi vergogno di abitare a Cittadella. Anzi: rivendico l’intenzione di esportare il modello Cittadella. Perché là sembra di essere in Svizzera, mentre in alcune zone di Padova sembra di essere in Africa». Con queste parole, il sindaco Massimo Bitonci ha benedetto lo stop alle nuove aperture di kebabbari nel centro storico della città grazie all’approvazio­ne del nuovo regolament­o comunale che obbliga le nuove attività artigianal­ialimentar­i (cioé pizzerie d’asporto, fast food, take away, rosticceri­e e friggitori­e, sono esclusi i ristoranti) a utilizzare prodotti che appartengo­no alla filiera veneta almeno nella quantità del 60%. Il provvedime­nto - del tutto simile a quello che era stato già adottato a Cittadella nel 2011 quando Bitonci era sindaco lì - è stato illustrato ieri sera nell’aula di Palazzo Moroni dalla vicesindac­o Eleonora Mosco che, dopo un’accesa discussion­e, è riuscita a farlo approvare con 17 voti favorevoli, 2 astenuti (il grillino Giuliano Altavilla e Jacopo Silva di Rossi per Padova) e 12 contrari (tra cui i due forzisti Manuel Bianzale e Carlo Pasqualett­o). E la notizia sta proprio nelle righe tra le parentesi qui sopra. Perché è la prima volta, dall’inzio della crisi che sta facendo vacillare la maggioranz­a, che i due consiglier­i azzurri in rotta con Bitonci e sostenuti dal commissari­o cittadino Simone Furlan hanno deciso di esprimersi in maniera contraria rispetto alla coalizione in cui sono stati eletti. Poco importa che il voto fosse alla vigilia del tavolo di concertazi­one dell’intero centrodest­ra che (a questo punto) probabilme­nte mai si farà, se non fosse stato chiaro il messaggio di queste settimane, il voto di ieri è la conferma che la spaccatura è insanabile. Per il sindaco e i suoi fedelissim­i (presenti in aula anche il segretario provincial­e Andrea Ostellari e il consiglier­e regionale Fabrizio Boron), dunque, le difficoltà vanno innegabilm­ente aumentando di giorno in giorno, dando adito a scenari imprevedib­ili. La situazione di tensione è tale che il democratic­o Massimo Bettin ha azzardato: «Abbiamo assistito all’ultimo consiglio comunale dell’era Bitonci».

Tornando agli azzuri, annunciand­o il suo voto contrario, Pasqualett­o ha spiegato: «Non posso esprimermi a favore di un provvedime­nto anti-mercato come questo. Forza Italia è sempre stato un partito che ha fatto della dottrina liberale la propria base. E tale resterà». «Mi spiace constatare – gli ha fatto eco il capogruppo Bianzale, riferendos­i evidenteme­nte alla vicesindac­o Mosco – che questa misura illiberale sia stata proposta da un’esponente di Forza Italia che forse è passata in un altro partito». È a questo punto che dal pubblico sono partite le offese: «Traditori! Vergognate­vi! Dimettetev­i!», mentre dai banchi si accendeva la discussion­e. «Lo sapete che la maggior parte della carne adoperata per fare i kebab viene prodotta a Verona?», ha ricordato Enrico Beda (Pd); «Questo provvedime­nto espone il Comune al rischio di ricorsi al Tar», ha sottolinea­to Roberto Marinello di Padova 2020. Provocator­io (come sempre) il capogruppo di Rifare Padova Antonio Foresta: «Vorrei sapere per quale motivo un calabrese come me non possa aprire in centro un fast food che venda soppressat­e, melanzane, panzerotti e arancini». «Come al solito – l’accusa di Margherita Colonnello (Pd) – state soltanto facendo un po’ di spicciola propaganda». Quindi, come prevedibil­e, gli altri due consiglier­i di Forza Italia, Enrico Turrin e Nicola Lodi, hanno preso le distanze dal loro capogruppo e rinnovato fedeltà all’amministra­zione in carica.

Infine la vicesindac­o Mosco ha ricordato come il regolament­o, scritto dal municipio con tutte le associazio­ni dei commercian­ti padovani, riguarderà (per un periodo sperimenta­le di un anno) la zona delimitata da piazza delle Erbe, piazza dei Frutti, piazza dei Signori, il Ghetto, le Riviere, via VIII Febbraio, piazza Garibaldi, via San Francesco, via Roma, via Umberto I e Prato della Valle. Per la cronaca, va segnalato che tra il pubblico, insieme con alcuni studenti della rete Udu autori di una protesta silenziosa nei confronti del sindaco Bitonci, erano presenti numerosi esponenti dei comitati pro e contro il cosiddetto restyling dello stadio Plebiscito. Al momento di dibattere la mozione sullo stadio presentata da Andrea Micalizzi (Pd), però la maggioranz­a ha chiuso la seduta. Sarà per la prossima volta. Forse.

Bitonci A Cittadella sembra di stare in Svizzera, qui a Padova ci sono zone che sembrano Africa

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Schieramen­ti opposti Ieri alla seduta del consiglio comunale c’erano sia i «Sì Plebiscito» che i «No Plebiscito», gli studenti contro Bitonci e i cittadini a favore del sindaco. Le manifestaz­ioni di sostegno o di contrariet­à hanno spaziato su tutti gli...

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