Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ficarolo, l’hotel resta requisito Il prefetto: ospiti solo 15 profughi
L’albergatore: troppi. Vertice dei sindaci, offerti alloggi a San Martino e Papozze
L’Hotel «Lory» di Ficarolo resterà requisito per l’accoglienza di 15 profughi (e non più 30) in arrivo da Borgo Fiorito di Adria, in attesa che i sindaci, già riconvocati per il 17 novembre, individuino altre disponibilità per l’accoglienza diffusa. È quanto emerso nell’incontro a porte chiuse di ieri tra i Comuni polesani e il prefetto Enrico Caterino con i vertici delle forze dell’ordine.
«Modalità e tempi di trasferimento - spiega Caterino - verranno condivisi con il sindaco Fabiano Pigaiani e con l’albergatore Luigi Fogli, ma è una soluzione temporanea nel quadro di collaborazione che ha iniziato a delinearsi concretamente».
In questi dieci giorni tutti i sindaci polesani sono invitati a verificare l’eventuale fruibilità di strutture, pubbliche o private, perché ne possa essere valutata l’adeguatezza ai fini dell’ospitalità di piccoli nuclei di profughi. Una modalità concordata per agevolare un percorso d’integrazione e concertazione con le comunità locali.
Il primo ad avanzare una proposta è stato il sindaco di San Martino di Venezze, Vinicio Piasentini, che ha indicato le ex scuole elementari del paese. Disponibilità sarebbe stata già dichiarata anche da Papozze. Pigaiani è già al lavoro. «Verificherò se vi siano appartamenti adeguati in paese - dice in modo da trovare rapidamente alternative all’Hotel Lory».
Il proprietario Fogli, che aveva minacciato di incatenarsi all’arrivo dei profughi, nella trasmissione «Quinta colonna» su Rete4 ha però detto di essere disponibile ad accogliere solo 7-8 profughi a patto che la requisizione sia revocata.
Certo, nel corso della discussione in Prefettura, sono emerse posizioni distinte, anche se non chiusure nette, pur con le immancabili «intemperanze» di Massimo Bergamin. «Non sono contrario all’accoglienza dei veri profughi - dice il sindaco di Rovigo - ma voglio sapere chi sono le 213 persone ospitate in città, anche a loro tutela. Per questo continuerò le ispezioni».
Tra i temi affrontati, la comunicazione verso l’esterno, col richiamo del prefetto a non soffiare sul fuoco delle paure anche perché «non si sono mai registrati reati dove queste persone sono ospitate». Un aspetto, quello della comunicazione, sottolineato anche dal presidente della Provincia, Marco Trombini, critico verso «qualche cialtrone».