Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Hub per i profughi a Bagnoli l’assalto delle coop del Sud
Padova, cinque realtà meridionali (e una sola locale) per la caserma di Bagnoli. Sul tavolo 23 milioni di euro
«Mettiamo in conto di perdere, quest’anno, a differenza dal passato, la prefettura di Padova dà peso all’esperienza». È questa il commento di Gaetano Battocchio, presidente della coop Edeco (ex Ecofficina) dopo l’apertura delle buste al bando per la gestione dei profughi nella mega caserma di Bagnoli. Una partita che si giocherà praticamente tutta tra cooperative del Centro-Sud Italia. Cinque infatti sono meridionali e una sola del Nord, che poi è sempre Edeco/Ecofficina . Sul piatto oltre 23 milioni di euro per gli anni 2017-2018 e parte del 2019.
Il bando per la gestione della mega caserma «San Siro» di Bagnoli, nel Padovano, dove sono ospitati circa 800 profughi, sarà una partita che si giocherà praticamente tutta tra cooperative del Centro-Sud Italia. Ieri, all’apertura delle buste, in Prefettura, il risultato è stato chiaro: cinque coop meridionali e una sola del Nord, che poi è sempre Edeco/Ecofficina che attualmente ha in carico la caserma. Con una super torta da spartire: oltre 23 milioni di euro per gli anni 2017-2018 e parte del 2019.
L’interesse delle cooperative del centro-sud, in realtà, era stato «svelato» già a metà dicembre quando alcuni rappresentanti delle coop avevano accolto l’invito della Prefettura a visitare il centro. E d’altronde, appare davvero concreta la possibilità che Edeco (la coop coinvolta nelle inchieste aperte a Padova e Rovigo per violenze, truffa aggravata, falso e che gestisce anche il campo profughi di Cona) questa volta possa perdere la gestione dell’appalto, venendo scalzata da una delle cooperative del Sud, più strutturate e con più anni di esperienza alle spalle.
Ieri all’apertura delle buste era presente Gaetano Battocchio, presidente della coop: «Mettiamo in conto di perdere sì, quest’anno, a differenza dal passato, la prefettura di Padova dà peso all’esperienza (anche se dal punto di vista tecnico questo parametro vale solo 6 punti sui 70 totali messi a disposizione, ndr) – spiega – potevamo apparentarci con qualcuno ma non ci siamo fidati, ora vedremo, ma se perdiamo non è una tragedia, abbiamo avuto troppe pressioni, neanche a noi piace come funzionano le cose a Bagnoli, ma non dipende da Edeco, lì i migranti restano anche un anno e invece dovrebbero rimanere non più di tre mesi».
I candidati a vincere il bando per Bagnoli arrivano dalla Sicilia, da Salerno, dalla Basilicata e da Roma. In pole position le due più quotate sono Senis Hospes (Potenza) e Tre Fontane (Roma), in associazione temporanea d’impresa come lo scorso anno: nel 2016 avevano perso la gara e il ricorso al Tar. Quest’anno pare abbiano presentato un ribasso considerevole. Ripulite dopo un passato d’inchieste di Mafia Capitale, le due cooperative mirano da anni a spazio nel Veneto. Viene dalla Sicilia invece la cooperativa Azione Sociale, di Trapani, uscita da poco da un periodo di impasse dopo la difficoltà a pagare gli stipendi ai dipendenti. Ha avuto guai in passato anche la coop Badia Grande, di Messina, finita in una indagine della procura di Trapani per irregolarità nella gestione dei rifugiati. Le inchieste hanno travolto due anni fa anche una quarta partecipante, la Engel Italia, di Salerno, per al centro di un esposto per presunti maltrattamenti nel 2016 a Taranto. Oltre a loro, come detto, c’è appunto Ecofficina/Edeco.
La cooperativa di Gaetano Battocchio (e di Simone Borile, chiacchierato ex manager dei rifiuti ora responsabile tecnico della coop) ha partecipato inoltre anche al bando per l’accoglienza diffusa mettendo a disposizione 414 posti. Dove la competizione, invece, sarà tutta «local».
Il lotto, qui, ha un valore complessivo di 63 milioni 875 mila euro per duemila postiaccoglienza da garantire in appartamenti o piccole strutture. Venticinque coop al nastro di partenza, tutte «nostrane». Alcune hanno fondato il Consorzio Veneto insieme, che raccoglie 13 coop padovane espressione di Confcooperative, altre sono in associazione temporanea d’impresa. In totale hanno messo a disposizione dell’accoglienza 1850 posti (in ballo c’è solo la Croce Rossa ammessa con riserva per alcune imprecisioni sui numeri). Resterebbero «fuori» 150 persone, che la prefettura spera di poter gestire contando sempre su Bagnoli che continuerà anche per i prossimi tre anni ad essere non solo il secondo centro di riferimento dell’accoglienza migranti per dimensioni in Veneto, ma che farà anche da «cuscinetto» quando tutte le altre disponibilità saranno esaurite. «Non apriremo nuovi hub - ha detto ieri il viceprefetto vicario Pasquale Aversa – contiamo sulle forze che abbiamo». Tradotto: qualcuno dovrà stringersi (ancora) un po’. Il consorzio Veneto Insieme (che unisce 13 coop del territorio) ha offerto 663 posti. E poi ancora ci sono Percorso Vita di Don Favarin (170 posti), La mia Badante (139), Città Solare-Nuovo Villaggio (ammessa con riserva, 95 posti), Tangram (68), Croce Rossa (50), Cooperativa Con Te (49), Popoli Insieme (34) La Rosa Blu (29), Altre Strade (27), Luna Azzurra (22), Sine Modo Comunità (10). Ora una commissione tecnica valuterà le offerte sia dell’accoglienza diffusa, che propone una base di gara di 35 euro al giorno per profugo, che del bando sui servizi che ha come base 32,5 euro al giorno.
L’esperienza Nel bando si premia l’anzianità di servizio. Edeco è svantaggiata