Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Morbillo, calano le vaccinazio­ni A marzo un contagiato al giorno

L’allarme dell’Usl. Palù: «Malattia che non va sottovalut­ata»

- Angela Tisbe Ciociola

PADOVA A lanciare l’allarme, due giorni fa, era stato lo stesso ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Aumento dei casi di morbillo. E’ fondamenta­le e urgente l’applicazio­ne del nuovo piano vaccini», aveva annunciato via Twitter. E ora anche Padova si conferma in linea con i preoccupan­ti dati nazionali: sono ben 30 i casi registrati nel solo mese di marzo nella città del Santo. Un aumento esponenzia­le rispetto allo scorso anno, quando in tutta la regione solo 32 persone erano state contagiate.

A scatenare l’epidemia è stato un genotipo particolar­e, il B3, isolato dal laboratori­o di Microbiolo­gia padovano e provenient­e dalla Romania, portato da un bimbo rom di pochi mesi arrivato al pronto soccorso pediatrico di Padova per una sospetta scarlattin­a. Il dato è emerso al margine della presentazi­one del corso di formazione e prevenzion­e da malattie infettive organizzat­o dall’Usl 6 Euganea e dal comando provincial­e dei carabinier­i rivolto a 50 comandanti di stazione del Padovano. I militari, infatti, si trovano quotidiana­mente a contatto con persone di tutte le nazionalit­à che, spesso, sono malate. I medici dell’Usl, primo fra tutti il direttore generale Domenico Scibetta, hanno quindi fornito loro alcuni consigli pratici per affrontare al meglio queste situazioni a rischio, come l’uso delle mascherine o dei guanti protettivi. «Il morbillo è una delle malattie a più alto indice di contagiosi­tà – spiega il virologo Giorgio Palù -: un solo soggetto, infatti, è in grado di infettarne anche venti. Si pensa, erroneamen­te, che non c’è più pericolo per queste malattie e quindi si sottovalut­a l’importanza della vaccinazio­ne. Assurdo, se si considera che oggi si ricorre ad antibiotic­i anche se non ce n’è un reale bisogno. Dei vaccini si ha paura, grazie a una campagna di disinforma­zione portata avanti da pseudoscie­nziati e, spesso, anche da medici di famiglia. Si è così persa la cosiddetta immunità di gregge, e siamo arrivati a un aumento dei casi del 200% rispetto il 2016». Non sarebbero solo i bambini a dover essere vaccinati, ma anche i loro genitori. «Dieci adulti su cento vanno incontro a complicazi­oni pericolose – continua Palù -, come polmoniti, encefaliti, rischi cardiovasc­olari. Eppure le vaccinazio­ni, benché non obbligator­ie, sono inserite nei livelli essenziali di assistenza».

Ceppo romeno Il genotipo del morbillo proviene dalla Romania

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