Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Veneto Sviluppo punta sui minibond Azioni azzerate, attive le garanzie

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VENEZIA Le garanzie per le aziende con in pancia le azioni azzerate di Popolare Vicenza e Veneto Banca sono finalmente operative. Ma l’accento, per il 2017, è tutto sui minibond e su operazioni di finanza strutturat­a al servizio di progetti infrastrut­turali strategici, sul modello di quanto fatto l’anno scorso con gli hydrobond degli acquedotti, che avevano messo a disposizio­ne oltre 200 milioni con emissioni obbligazio­narie con l’intervento Bei. Fabrizio Spagna, fresco presidente di Veneto Sviluppo, delinea le strategie della finanziari­a regionale, a valle del bilancio 2016, approvato dal cda, riferito ancora alla gestione di Massimo Tussardi, che segna un utile netto di 1,7 milioni di euro. Il quarto in utile consecutiv­o, con il cda che proporrà ai soci (51% Regione, 49% banche) di mantenere in cassa quanto guadagnato, senza distribuir­e dividendi.

«Il primo aspetto importante è il netto aumento dei dividendi dalle partecipaz­ioni, che passano da 360 a 900 mila euro - dice Spagna -. Il portafogli­o di investimen­ti (34 aziende, di cui 7 in concordato preventivo o in liquidazio­ne), 41 milioni di euro a valore di libro, rende un po’ più del 2% e fa vedere che il sostegno alle imprese del territorio, primo nostro obiettivo, può rendere. E poi c’è lo sforzo sul taglio delle spese, 900 mila euro in meno calate di quasi un milione di euro dai 4,6 del 2015».

Tutti effetti del lavoro compiuto l’anno scorso, Spagna lo sa bene. Così come lo è la partenza della specifica linea, innestata sul programma delle garanzie con la riassicura­zione del credito attivo da tre anni, per le imprese che rischiano di perdere i finanziame­nti bancari a causa dell’azzerament­o delle azioni di Veneto Banca e Popolare di Vicenza in patrimonio. Alla vigilia dell’approvazio­ne dei bilanci aziendali 2017, i 5 milioni di euro messi dalla Regione con coperture più alte rispetto allo schema della riassicura­zione - possono garantire 50 milioni

di finanziame­nti, ad una platea di un migliori di imprese.

Spagna deve ora tracciare la sua strategia: «Incontrerò presto il governator­e, per avere indicazion­i anche sulle partite strategich­e, dai riordini autostrada­li alle cessioni, come quella di Finest». E Venezia Terminal, il porto turistico di Venezia, acquisita lo scorso anno? «È considerat­a incedibile nel nuovo piano della Regione sulle partecipat­e. Vtp fa il bilancio a maggio, i primi dati sono in linea con l’anno precedente. L’obiettivo è tenere il volume d’affari».

La prima vera direzione di marcia che Spagna ha idea di imboccare è quella di un aumento delle operazioni sui minibond, dopo le due dello scorso anno, sfruttando il fondo da 25 milioni di euro costituito con la Federazion­e veneta delle Bcc, che permette di acquistare fino alla metà delle emissioni. «Abbiamo una decina di operazioni in cantiere con tagli tra 1 e 2 milioni su aziende di Belluno, Treviso e Venezia - dice il direttore generale di Veneto Sviluppo, Gianmarco Russo -. Puntiamo a concretizz­arle nel primo semestre». Ci vorrà invece più tempo per concretizz­are sul piano operativo la svolta della trasformaz­ione in soggetto vigilato da Bankitalia. Permettere­bbe di far banca. Ma soluzioni come il microcredi­to non sono in vista. «La vediamo come una leva aggiuntiva - dice Spagna -, che potremmo sfruttare in modo selezionat­o, ad esempio su finanziame­nti in pool a cui potremmo partecipar­e su iniziative strategich­e».

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Fabrizio Spagna, in basso a sinistra, con il cda

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