Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ufficiali civili al collasso: siamo solo 4
Devono eseguire mille sentenze al mese in 72 Comuni, il ministero ne aveva previsti 17
Gli ufficiali civili,il personale che deve materialmente eseguire gli sfratti e le sentenze (civili), è al collasso. Al tribunale di Padova sono rimasti soltanto in quattro a fronte di una pianta organica di 17 persone. «Siamo solo in quattro per un territorio molto vasto che comprende 72 Comuni, così non si può andare avanti», dicono. Quest’anno i quattro ufficiali si troveranno a gestire circa mille pratiche a testa ogni mese, un lavoro «impossibile», dicono.
Sono quelli senza cui uno sfratto non è uno sfratto e una sentenza del giudice (civile) resta solo sulla carta. Sono i funzionari Unep ufficio notificazioni, esecuzioni e protesti – del tribunale di Padova, e sono al collasso. A parlare chiaro come succede spesso, i numeri. Ridotti a quattro, a volte cinque, tra malattie e distacchi di colleghi formalmente in servizio a Padova ma applicati in altre sedi, nell’ultimo anno e mezzo sono stati costretti a dividersi un territorio di 72 comuni che va dalla Bassa Padovana (eccezion fatta per Este e Montagnana di competenza del tribunale di Rovigo) fino ai confini con Vicenza e Bassano: in pratica due mila chilometri quadrati e 900 mila abitanti. Se si considera poi che la pianta organica stabilita dal Ministero imporrebbe diciassette funzionari per coprire il bacino d’utenza del tribunale di Padova, la proporzione assume contorni ancora più sconcertanti. Anche perché sono loro, che si sono spartiti a tavolino in quattro zone i settantadue comuni di competenza, a dover andare a bussare alle porte di persone sfrattate, a chiedere pignoramenti. A trasformare in fatti, insomma, ciò che viene deciso nelle aule giudiziarie. Chi lavora negli uffici Unep del tribunale della città del Santo racconta che ogni mese ciascun funzionario mette le mani più o meno su mille fascicoli a testa. Il che vuol dire quasi sempre mille esecuzioni da fare tra chiamare gli avvocati, concordare la presenza di medici legali (per gli sfratti più complicati) e andare sul posto senza che il Ministero fornisca nemmeno la macchina aziendale. «E allora – dicono i lavoratori del tribunale - quando si arriva a sommare anche 500 chilometri a settimana con rimborsi inadeguati che non tengono conto dell’usura della vettura e del tempo perso la situazione è di quelle al limite».