Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Pedemontana, niente deroghe Cantone: voglio vederci chiaro
La Regione chiede di allentare il Fiscal compact per evitare l’addizionale Irpef. Delrio: l’Ue non lo permette
Il governo non concederà alla Regione alcuna deroga nell’applicazione del Fiscal compact, come chiesto dal governatore Luca Zaia per evitare l’addizionale Irpef: «L’Ue non lo permette» ha detto ieri il ministro Graziano Delrio. Intanto l’Anac mette sotto la lente il nuovo contratto con Sis: «Non può essere solo il pubblico a pagare» ha avvertito Raffaele Cantone.
«Su Pedemontana Veneta vogliamo capire meglio la ripartizione del rischio, vogliamo vedere l’atto aggiuntivo. Perché in un project non è solo uno che deve mettere mano alla tasca».
L’Anac tiene sotto la lente la superstrada che nel 2019 costerà l’addizionale Irpef ai contribuenti veneti, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone ieri a Vicenza ha annunciato che chiederà il terzo atto aggiuntivo per approfondire l’esame di una delle questioni più controverse della convenzione fin dall’inizio, la ripartizione del rischio d’impresa tra il Consorzio Sis controllato dalla famiglia Dogliani e la Regione Veneto. Palazzo Balbi ha già sottoposto la questione alla Corte dei Conti e alla stessa Anac, lo scorso 8 febbraio la direttrice generale Ilaria Bramezza ha illustrato in audizione la nuova convenzione e il piano economico finanziario. «C’è stato un primo incontro – conferma Cantone –. Ma la questione ci è stata spiegata in modo generico e bisogna capire meglio perché qui cambia il rischio». E, appunto, i soldi per mandare avanti i cantieri finora li ha tirati fuori soltanto la parte pubblica: lo Stato, oltre 600 milioni, e ora la Regione, altri 300 milioni.
«La Pedemontana aveva gravi difetti di impostazione – premette il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, anch’egli a Vicenza, per parlare di alta velocità e autostrade al Festival Città Impresa – Noi abbiamo dato 600 milioni, la concessionaria ha detto che 1,5 miliardi li avrebbe messi lei. Non è colpa mia se ha sbagliato i flussi di traffico e se non trova i soldi. Con la Regione abbiamo lavorato per rifare i flussi in maniera ragionevole. Adesso l’opera ha nuove condizioni e si può completare. A quelle precedenti sarebbe stato un fallimento». Sull’introduzione dell’addizionale Irpef per incamerare 220 milioni a garanzia del mutuo da 300 che la Regione dovrà accendere per sostenere il contributo extra, il ministro non commenta. Anzi, sarebbe anche disposto ad aprire all’ipotesi della deroga al Fiscal compact (le norme Ue sull’equilibrio di bilancio) chiesta a gran voce dal governatore Luca Zaia. «Io toglierei tutti gli investimenti dal Fiscal compact, ma non ci sono le condizioni in Europa». L’importante è che l’asse viario si completi così com’è, perché un project review a cantieri aperti è impensabile. Non come la Orte-Mestre, «costava 10 miliardi ma era solo uno spot elettorale – accusa Delrio – Del resto, l’85% dei project che ho sul tavolo non sono credibili».
«Attenzione: non è che questa storia che i cantieri sono aperti significa che vanno fatti ripartire ad ogni costo», puntualizza ai cronisti Cantone. I cantieri che sicuramente partiranno entro l’anno sono altri, quelli dell’alta velocità sulla linea Brescia-Verona. Lo annuncia Renato Mazzoncini, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. Si sta chiudendo al Cipe l’iter «e i primi due cantieri partiranno entro l’anno, spero prima dell’estate - assicura –. La tratta Verona-Vicenza è finanziata al 50% e nel 2017 chiudiamo anche questo iter. Diciamo che ragionevolmente, tra sei anni si viaggerà ad alta velocità sull’intera tratta: Milano-Venezia in due ore».