Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Presunte violenze a un seminarista Processo da rifare
Due sentenze di assoluzione piena alle spalle e, sul più bello, la marcia indietro. Don Gino Temporin, 70 anni, ex rettore del seminario di Padova dovrà tornare a giudizio davanti alla Corte d’Appello di Venezia, dove dovrà difendersi dall’accusa di violenza sessuale e di atti sessuali nei confronti di un seminarista, all’epoca dei fatti appena 13enne. Lo ha deciso nei giorni scorsi la Cassazione, dove la vicenda era arrivata dopo che la procura generale e l’avvocato Emanuele Fragasso Jr — difensore della presunta vittima — avevano fatto ricorso. Così, quello che si annunciava come una semplice formalità, ora per il religioso diventa un salto nel vuoto. A far tornare in Appello il processo, davanti a una corte diversa da quella che già aveva assolto il monsignore, è stata — scrive il procuratore generale della Cassazione — «una sentenza di appello sviluppata lungo una linea di ipocrisia». Per i giudici supremi, che non entrano nel merito delle accuse ma valutano la bontà dei passaggi processuali, la sentenza di secondo grado soffrirebbe di una motivazione «manifestamente illogica». Colpa di come sarebbero state raccoltele le accuse del ragazzino. I magistrati dell’Appello avevano sostenuto che la presunta vittima aveva accusato l’ex direttore del seminario minore di Padova quando si trovava ricoverato in ospedale psichiatrico. Un errore, secondo i giudici di terzo grado, per i quali il giovane avrebbe formalizzato invece le accuse due anni prima del ricovero. Don Gino, 70 anni, assolto con formula piena sia in primo grado (nonostante una richiesta di 7 anni da parte della dottoressa Maria Ignazia D’Arpa) sia in Appello, e ora arciprete della parrocchia di San Martino di Piove di Sacco, era finito a processo per gli abusi raccontati nel 2009 da un ex seminarista che al Minore, diretto da don Gino, aveva studiato pochi mesi nel 2004. Ai medici che lo seguivano durante il suo ricovero in un istituto in provincia di Como aveva detto che a 13 anni monsignor Temporin aveva abusato di lui con carezze nelle parti intime, obbligandolo in un caso a subire persino un rapporto sessuale completo. Don Gino poi avrebbe ottenuto il suo silenzio facendolo giurare «su una Madonnina in legno». Ma ora con le date scritte dall’Appello che non tornano, la Cassazione rimette tutto in gioco.