Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Congresso Pd, il Veneto vuole ancora Renzi al timone Ma Orlando stupisce tutti
Se uno «scollamento» c’è, come vaticinavano D’Alema e Bersani prima di pigliare la porta e andarsene, non si vede. Almeno non dai numeri del congresso che si chiude oggi nei 473 circoli del Pd del Veneto, dove per due settimane i quasi 16 mila iscritti al partito hanno potuto votare il loro futuro segretario. Nonostante il referendum costituzionale, l’addio a Palazzo Chigi e la scissione, la mitologica «base» continua a credere nell’ex premier Matteo Renzi, che con il 63,8% dei consensi conferma la sua leadership, seppur in calo rispetto alle Primarie del 2013 (era attorno al 69%). I due terzi dei militanti dem stanno ancora con lui e il suo principale competitor, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, è tenuto a distanza di sicurezza: 34,1%, che comunque testimonia l’esistenza di una solida minoranza interna, decisamente più solida di quella su cui potè contare quattro anni fa Gianni Cuperlo (che nella nostra regione si arenò al 14,5%). Non pervenuto Michele Emiliano, fermo al palo di un 1,9% che comunque non sorprende: il governatore della Puglia ha la sua roccaforte nel Sud ed è lì che sta investendo le sue forze per superare la soglia del 5%, al di sotto della quale il regolamento del partito impedisce di accedere alla «fase due» e cioè le Primarie aperte a tutti di domenica 30 aprile (in alternativa, può superare il 15% in 5 Regioni).
I risultati forniti dal Pd del Veneto sono giocoforza parziali (le operazioni di voto si chiuderanno oggi e il week end è il momento di massima affluenza ai circoli) ma i dati provinciali inducono comunque a qualche riflessione. Tolta Rovigo, a ieri ancora parecchio indietro negli scrutini, Renzi segna i suoi risultati migliori, sopra la media nazionale del 69%, a Verona, che conta quattro deputati tutti renziani (Alessia Rotta, Gianni Dal Moro, Diego Zardini e Vincenzo D’Arienzo) col 71,8%, e a Belluno, roccaforte dell’ex segretario regionale del Pd Roger De Menech, col 71%. Orlando, che in Veneto registra un vero e proprio exploit rispetto al dato nazionale (34% contro il 26%), va invece forte a Padova, dove sono eletti due dei suoi alfieri, i deputati Vanessa Camani e Alessandro Naccarato, col 39,5% ma soprattutto a Venezia, dove viene dato addirittura al 45,3%. In qualche circolo il ministro della Giustizia ha perfino vinto: Marghera, Capolongo e Fiesso d’Artico nel Veneziano; Forcellini e Savonarola a Padova e poi Abano Terme, Selvazzano e Ponte San Niccolò; Codognè e Maserada (il Comune della deputata «orlandiana» Floriana Casellato) nel Trevigiano. Sorprendente, per chiudere l’analisi provincia per provincia, la percentuale raggiunta da Emiliano a Rovigo, dove si muove la sua fedelissima Nadia Romeo: un 6,6% che supera il risultato nazionale (4,6%) ma che, spiegano dal quartier generale di piazza de Gasperi, «ha poco significato» perché le operazioni in Polesine sono molto indietro e i voti si contano nell’ordine di poche decine.
«Sono grato a tutti i componenti della mozione in Veneto per la loro generosità» ha concesso comunque Emiliano qualche giorno fa proprio a Rovigo mentre dal fronte renziano De Menech sottolinea da un lato «il buon dato dell’affluenza, attorno al 55%, a riprova che la temuta disaffezione degli iscritti in realtà non c’è», dall’altro «la conferma della leadership solida e riconosciuta di Renzi, che nonostante le innegabili difficoltà dell’ultimo periodo viene ancora individuato dal nostro popolo come l’interprete migliore delle politiche del partito». Infine, Camani per Orlando: «Siamo molto soddisfatti, raggiungere in poche settimane il 34% nella sfida contro il segretario uscente, sicuramente partito in vantaggio per notorietà e radicamento nel partito, ci riempie di orgoglio, ci spinge ad impegnarci ancor di più e ci fa ben sperare per le primarie del 30 aprile».
473 I circoli del Pd in Veneto
Gli iscritti sono quasi 16 mila, il 30 aprile verrà eletto anche il segretario regionale