Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sartoria Veneta, fatture false per oltre 70 milioni
Settanta milioni di euro di fatture false e 12 milioni di Iva evasa. La Guardia di Finanza di Rovigo ha lavorato quattro anni per quantificare una frode fiscale, senza precedenti, nel settore dell’abbigliamento in Polesine. Secondo la Procura rodigina, che ha coordinato le indagini, un blocco composto da una ventina di aziende tessili dal 2009 al 2013 sono riuscite a proporre forniture di vestiario a clienti del calibro di Moncler, Twin Set e Manila Grace a prezzi stracciati perché abbattevano i costi evadendo il fisco. Un piumino veniva prodotto a 200 euro, salvo poi essere rivenduto al pubblico a 800. Al centro della frode è stata individuata la Sartoria Veneta Srl di Lusia che, per evadere le imposte, ha escogitato un complesso meccanismo. L’azienda ha costituito 21 società ad hoc, di cui 5 in Romania, una in Slovacchia e le altre a Ferrara, Caserta, Udine e Padova. Lo scopo di questa girandola di società, che spesso cambiavano denominazione e duravano massimo un paio di anni, era maturare nei confronti dell’Erario crediti Iva attraverso l’emissione di fatture inesistenti. I crediti, poi, venivano utilizzati da Sartoria veneta per compensare il pagamento dei contributi previdenziali.
Le indagini iniziano nel 2013, con un controllo di routine sui conti della ditta di Lusia. La prima svolta arriva nell’ottobre 2015 con un sequestro da 9,5 milioni di euro su beni mobili e immobili a carico di Sartoria e ora la Guardia di Finanza ha ultimato le contestazioni fiscali contestando costi per operazioni inesistenti per 7,5 milioni e un’evasione Iva per 1,7 milioni. Il responsabile è stato segnalato alla Procura per indebita compensazione di imposte dovute. Sul fronte penale gli indagati, una decina, devono rispondere a vario titolo anche di reati come le fatture inesistenti, omessa dichiarazione dell’Iva, occultamento e distruzione di scritture contabili.