Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ex popolari, l’Ue chiede chiarimenti sui rimborsi La replica: operazione in regola con la concorrenza
Ex popolari, adesso l’Ue chiede chiarimenti sull’offerta di rimborso ai soci. La linea è di tenere il profilo basso, anche perché la convinzione è che la domanda sia rivolta più per sgomberare il campo da tutti i dubbi e che il problema sia già superato, alla luce delle risposte date. Ma la questione rende evidente la quantità di ostacoli di cui è disseminato il percorso di salvataggio di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, con i fondi statali della ricapitalizzazione precauzionale. Così nei due cda dell’altro ieri, convocati a stretto giro di posta dopo il faccia a faccia avuto il giorno prima con Bce dai due amministratori delegati di Vicenza e Montebelluna, Fabrizio Viola e Cristiano Carrus, per rispondere ai rilievi, c’è anche la risposta alla questione dei dubbi dell’Antitrust europeo sull’operazione di rimborso ai soci rivolta a 169 mila soci, chiusa martedì scorso con un’adesione al 70% delle azioni. Risposta che va resa entro domani al ministero del Tesoro, che ha ricevuto la richiesta di chiarimenti dalla Dg Competition Ue. I dubbi di Bruxelles riguarderebbero la possibile incompatibilità dell’operazione con la garanzia pubblica sulle obbligazioni (dopo i 3 miliardi già ottenuti, Vicenza ha chiesto un’altra emissione da 2,2 miliardi, si vedra se raddoppiata
da una analoga operazione di Veneto Banca) e con l’intervento dello Stato nel capitale. Dubbi che arrivano ora, a operazione conclusa, quando era stata annunciata il 9 gennaio, soprattutto per abbattere il rischio di contenzioso.
Il dubbio Ue, a questo punto, sembra ruotare intorno alla possibilità di un’operazione sul capitale. Dubbio al quale la risposta delle banche al Tesoro è stata chiara: non si tratta di distribuzione di capitale, visto che l’operazione non ha riacquistato le azioni, ma si è trattato semplicemente di un’operazione commerciale messa in campo per ridurre i rischi connessi alle cause.
L’attesa a questo punto è che la risposta sia sufficiente per sgomberare il campo dai dubbi e permettere ai cda di chiudere le verifiche sulle adesioni all’offerta, nel giro di dieci giorni, per poi decidere se dichiarare chiusa positivamente l’offerta e passare ai rimborsi. L’orientamento è positivo, anche perché una marcia indietro a questo punto risulterebbe incomprensibile, dopo tre mesi di lavoro e la sofferta adesione che ha fatto breccia tra i soci.
Intanto domani a Montebelluna è attesa l’approvazione del bilancio 2016. Dopo i conti di Vicenza, l’attesa è per una perdita tra 1 e 1,4 miliardi.