Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ius soli: feriti, fermi e polemiche

Bitonci accusa il sindaco Giordani: «Sapeva». La replica: «Violenza inaccettab­ile» Padova, dopo la guerriglia fra centri sociali e polizia scoppia lo scontro politico

- Angela Tisbe Ciociola Davide D’Attino

Due giovani fermati, cinque agenti feriti. E tante polemiche. È il bilancio degli scontri tra centri sociali e polizia avvenuti lunedì sera a Padova nel corso di una contromani­festazione che doveva arginare la protesta di Forza Nuova sul tema dello Ius soli. Immediato lo scontro politico, con Bitonci che accusa il neo sindaco: «Sapeva e non ha fatto nulla per impedirlo». Giordani replica, bollando come «inaccettab­ili» le violenze di piazza e ieri ha incontrato il questore per capire se qualcosa non ha funzionato nel servizio di sicurezza.

«Quello che è successo è inaccettab­ile. La violenza va condannata sempre, da tutti. Detto questo però, nel rispetto delle forze dell’ordine e nell’esprimere solidariet­à agli agenti feriti, mi sembra chiaro che qualcosa non ha funzionato e che qualcuno forse ha sbagliato».

Sergio Giordani è sindaco di Padova da neanche un mese, e si trova già a fronteggia­re la prima grana. Ovvero la guerriglia che si è scatenata lunedì sera, intorno alle 22, in pieno centro, tra piazza Antenore, dov’era stato autorizzat­o un sit-in di Forza Nuova contro lo Ius Soli, e piazza Insurrezio­ne, dove ne era stato concesso uno di segno opposto, animato in particolar­e dal centro sociale Pedro e al quale erano presenti anche due consiglier­i comunali di maggioranz­a, Daniela Ruffini di Rifondazio­ne Comunista e Stefano Ferro di Coalizione Civica. Per raggiunger­e piazza Antenore, i 250 militanti di Forza Nuova e Veneto Fronte Skinhead hanno camminato lungo le riviere da Prato della Valle. Una sfilata silenziosa e con le bandiere sventolate solo negli ultimi metri di strada, vista dal presidio rivale come una provocazio­ne. Così i militanti dei centri sociali, circa 300 ragazzi, si sono mossi da piazza Insurrezio­ne e hanno raggiunto piazza delle Erbe. Ne sono nate scene di guerriglia dal sapore vintage ai piedi di Palazzo della Ragione, dove i «pedrini» si sono scontrati, armati di scudi in plexiglass, petardi e fumogeni, con gli agenti di polizia. Particolar­i, come ha rilevato il pm Roberto D’Angelo, che dimostrava­no come i manifestan­ti fossero partiti con intenzioni bellicose. A fine serata, il bilancio è pesante: cinque dei 130 poliziotti schierati sono stati feriti, di cui uno colpito da una bomba carta, così come diversi ragazzi hanno riportato tagli e lividi.

Due i fermati che hanno trascorso la notte in questura, Eva Giora, 21 anni di Fossò, ferita alla testa e alle gambe, e Gio Clemente, 27 anni, originario di Firenze e padovano di adozione, accusati entrambi di resistenza. Ieri mattina, in tribunale, i due hanno affrontato la direttissi­ma, rinviata al 18 settembre. Tutto questo mentre all’esterno una settantina di militanti del Pedro urlava a squarciago­la la sua solidariet­à con i compagni imprigiona­ti. «Era un nostro dovere civico fermare una manifestaz­ione fascista – ha dichiarato Marco Sirotti, portavoce del gruppo – e avevamo avvertito che ci saremmo comportati in questo modo».

Intanto nei palazzi della politica si scatenava la bagarre. A partire da Giordani, che vuole sapere se davvero qualcosa non ha funzionato: «In base agli accordi che, come Comune, avevamo preso con la questura, le due manifestaz­ioni dovevano essere presidi statici. E invece si sono trasformat­e in due cortei. Voglio chiarire i fatti». Per questa ragione ieri ha incontrato il questore Gianfranco Bernabei, al quale ha espresso solidariet­à per gli agenti feriti.

L’ex primo cittadino leghista Massimo Bitonci, con a fianco il capogruppo della sua civica Matteo Cavatton, ha chiesto la convocazio­ne di una seduta straordina­ria del consiglio comunale, invitando il sindaco a «condannare senza riserve i gravi fatti accaduti. Giordani sapeva delle intenzioni dei centri sociali e non ha fatto nulla. Se fosse vero, la magistratu­ra dovrebbe indagare».

Immediata la replica dell’inquilino numero uno del Municipio: «Ho già detto che quello che è successo è inaccettab­ile. Certe strumental­izzazioni, però, non mi piacciono».

«Noi siamo dalla parte delle istituzion­i e delle forze dell’ordine – gli ha fatto eco l’ex forzista Carlo Pasqualett­o, capogruppo della lista civica di Giordani –. Chi non rispetta le regole va perseguito». Il grillino Simone Borile ha invece attaccato: «È preoccupan­te che i consiglier­i Ruffini e Ferro siano stati testimoni silenziosi di tale inaccettab­ile vergogna». Ma il vicesindac­o Lorenzoni gli ha subito risposto: «Daniela e Stefano erano presenti al presidio autorizzat­o in piazza Insurrezio­ne e hanno fatto di tutto per fare in modo che gli altri mani-

Il «complotto» L’ex sindaco Zanonato chiede perché il Pedro sia tornato ad agire ora dopo un lungo silenzio

festanti non cadessero nel tranello di Forza Nuova». Intanto Sinistra Italiana, il partito dell’assessore comunale al Sociale Marta Nalin, presenterà oggi un’interrogaz­ione parlamenta­re al ministro dell’Interno Marco Minniti in merito «alla gestione dei due presidi da parte delle forze dell’ordine».

A tutto questo, si aggiunge che lunedì mattina alcuni ignoti hanno imbrattato con i simboli della falce e martello la targa che in via Zabarella ricorda l’uccisione, il 17 giugno 1974 per mano delle Brigate Rosse, dei missini Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci (la cui figlia Silvia è appena entrata in consiglio comunale nella lista civica di Lorenzoni). Anche Nicola Finco, capogruppo della Lega Nord in consiglio regionale, ha preso posizione sull’argomento: «A Padova l’estrema sinistra è tornata al potere, lo ha fatto in maniera subdola mascherand­osi da movimento civico». Per il capogruppo di Forza Italia, Massimilia­no Barison «non è neppure passato un mese da quando la nuova amministra­zione è insediata e sono già tornati in piazza gli amici dei centri sociali del duo Giordani-Lorenzoni».

Infine, a gettare benzina sul fuoco, ci ha pensato l’ex sindaco Pd (oggi Mdp) Flavio Zanonato, che su Facebook ha scritto: «I soliti estremisti si attivano per far tornare la destra a Padova. Negli anni di Bitonci, tutto è andato bene per il Pedro. Adesso invece, con la nuova amministra­zione, si attiva. Strano? Forse no».

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