Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Sì a Cortina ma a noi i treni servono ora»
Dubbi sui fondi, D’Incà (M5s): «Ricordate l’Sfmr». De Menech (Pd): gioco di squadra
«Bene il treno delle Dolomiti. Ma i treni ci servirebbero già oggi, che ci mettiamo 57 minuti per andare da Calalzo a Belluno, non tra 10 anni». I sindaci del Bellunese chiedono progetti e tempi certi. E restano i dubbi sui fondi.
«Basta che funzioni»: il titolo di un famoso film di Woody Allen descrive bene le aspettative di un territorio dopo la presentazione delle due ipotesi di tracciato del «Treno delle Dolomiti», la ferrovia tra Calalzo e Cortina che, nei piani del governatore Luca Zaia, sarebbe propedeutica a un collegamento rapido tra Venezia e la Conca ampezzana.
Dalla laguna alle vacanze sulla neve in circa due ore, il progetto è questo. Le ipotesi in progetto per collegare Calalzo e Cortina sono due: passaggio per San Vito di Cadore e la valle del Boite (33 chilometri e 40 minuti di percorrenza) o per Auronzo e la val d’Ansiei (48 chilometri e 58 minuti per coprirli). Le due proposte saranno illustrate ai sindaci nelle prossime settimane dall’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti. «Il tema vero non è il percorso che farà il treno, anche se a livello di tempi di percorrenza converrebbe l’ipotesi della valle del Boite, ma il fatto che il servizio funzioni – commenta il sindaco di San Vito Franco De Bon – Io sono un pendolare, prendo il treno a Calalzo e ci metto 57 minuti per arrivare a Belluno. Il treno arriva in orario, ma ci mette comunque quasi un’ora. La velocità dipende dalla pendenza e dal raggio di curvatura, e la ferrovia è stata progettata in tempi in cui i treni andavano a 40 chilometri all’ora. Servono tempi di percorrenza più brevi. Se si riuscisse ad arrivare davvero da Venezia a Cortina in due ore, sarebbe una gran cosa. Ma i tracciati vanno rivisti, a cominciare dall’elettrificazione in Valbelluna (per il collegamento con Conegliano e Montebelluna, ndr.)».
Lino Paolo Fedon è il sindaco di Domegge. Se il treno per Cortina passasse per la val d’Ansiei, il suo paese guadagnerebbe la prima stazione dopo Calalzo. «Dato che non ho ancora visto né una tavola né un progetto dettagliato, per ora non esprimo alcuna preferenza – commenta –. La prospettiva del treno è sicuramente affascinante e importante per il territorio. Deve essere, però, un servizio che funziona. La cadenza delle fermate farebbe pensare a un servizio funzionale tutto l’anno, non solo al servizio dei turisti ma anche delle popolazioni locali. Vedremo se sarà così». Ma è possibile che un viaggio da Venezia a Cortina, circa 120 chilometri in linea d’aria, duri due ore? «Sarebbe bello, di sicuro serve l’elettrificazione fino a Calalzo – spiega Fedon – L’abbinata vincente, per me, rimane quella tra ferrovia e ciclabile, come in Val Pusteria o lungo la Dobbiaco-Lienz. Un turista parte in bicicletta e torna in treno dopo aver visitato il territorio».
Il costo della ferrovia, che secondo i piani dovrebbe essere inaugurata entro una decina d’anni, oscilla tra i 710 milioni dell’opzione valle del Boite ai 745 del percorso in val d’Ansiei. Il tutto al netto dell’Iva e del costo degli inevitabili espropri. Il tema del finanziamento dell’opera non è secondario. Zaia ha indicato un piano di reperimento delle risorse a cascata: Europa, Stato, Regione. «Corretto, è così che deve funzionare», commenta il deputato del Pd Roger De Menech, che ha curato i rapporti con il Governo in vista dei Mondiali di sci di Cortina 2021, evento ispiratore del progetto ferroviario. «Per un progetto così ambizioso, che genera sviluppo, servono due grandi collaborazioni – annota – Una è verso il basso, con gli Enti locali, perché la concertazione dei tracciati e delle modalità di realizzazione è molto importante. L’altra, visto il costo dell’opera, deve essere per forza rivolta verso l’alto». Anche per questo, aggiunge, «se fossi stato il governatore, avrei presentato il progetto chiamando tutti, i sindaci per la collaborazione verso il basso e Governo e Rfi per quella verso l’alto. Queste opere non si fanno da sole e necessitano una grande capacità di concertazione». Per il «Treno delle Dolomiti» serviranno 10 anni, nel frattempo come si rompe l’isolamento del Cadore? «Le idee le abbiamo chiarissime – replica De Menech - Non pensiamo al prolungamento della A27, ma miglioriamo la statale Alemagna (con il piano Anas da 170 milioni per i Mondiali cortinesi, ndr). Andiamo avanti con progetti concreti e portiamo a termine i cantieri aperti».
Intanto, il deputato bellunese Federico D’Incà (Movimento 5 Stelle) chiede alla Regione un’indicazione dettagliata delle strategie di reperimento delle risorse per la ferrovia Calalzo-Cortina, indipendentemente dal tracciato scelto. «Benissimo che Zaia, proprio come da sempre il Movimento 5 Stelle, descriva il “Treno delle Dolomiti” come una grandissima opportunità, ma chiedo pubblicamente al governatore dove verranno reperiti i fondi per la costruzione e la tempistica della durata e dell’avvio dei lavori – annota il parlamentare grillino – A tal proposito, ho depositato un’interrogazione al Ministro dei trasporti in merito al sistema ferroviario metropolitano regionale (SFMR) a cui mancano 194 milioni». Il progetto, nato nel 1989 e finanziato nel 2013, vale 314 milioni. I primi 120 sono già stati spesi ma, sottolinea D’Incà, «il progetto non è ancora concluso e le fasi di realizzazione non risultano aver fatto significativi progressi, specialmente negli ultimi anni».
Il progetto Il treno delle Dolomiti punta a collegare Calalzo con Cortina, come un tempo
Tempi e costi Secondo Zaia ci vorranno tra gli 8 e i 10 anni. Il costo oscilla tra 710 e 745 milioni
I fondi Non è chiaro, ad oggi, come si reperiranno i finanziamenti tra Ue, Stato e Regione
De Bon (San Vito) Da Calalzo a Belluno ci metto 57 minuti, oggi la ferrovia è fatta per treni che vanno a 40 all’ora
Fedon (Domegge) Serve l’elettrificazione e il treno dovrà fermare a servizio dei pendolari, non solo dei turisti