Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Sì a Cortina ma a noi i treni servono ora»

Dubbi sui fondi, D’Incà (M5s): «Ricordate l’Sfmr». De Menech (Pd): gioco di squadra

- Di Andrea Zucco

«Bene il treno delle Dolomiti. Ma i treni ci servirebbe­ro già oggi, che ci mettiamo 57 minuti per andare da Calalzo a Belluno, non tra 10 anni». I sindaci del Bellunese chiedono progetti e tempi certi. E restano i dubbi sui fondi.

«Basta che funzioni»: il titolo di un famoso film di Woody Allen descrive bene le aspettativ­e di un territorio dopo la presentazi­one delle due ipotesi di tracciato del «Treno delle Dolomiti», la ferrovia tra Calalzo e Cortina che, nei piani del governator­e Luca Zaia, sarebbe propedeuti­ca a un collegamen­to rapido tra Venezia e la Conca ampezzana.

Dalla laguna alle vacanze sulla neve in circa due ore, il progetto è questo. Le ipotesi in progetto per collegare Calalzo e Cortina sono due: passaggio per San Vito di Cadore e la valle del Boite (33 chilometri e 40 minuti di percorrenz­a) o per Auronzo e la val d’Ansiei (48 chilometri e 58 minuti per coprirli). Le due proposte saranno illustrate ai sindaci nelle prossime settimane dall’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti. «Il tema vero non è il percorso che farà il treno, anche se a livello di tempi di percorrenz­a converrebb­e l’ipotesi della valle del Boite, ma il fatto che il servizio funzioni – commenta il sindaco di San Vito Franco De Bon – Io sono un pendolare, prendo il treno a Calalzo e ci metto 57 minuti per arrivare a Belluno. Il treno arriva in orario, ma ci mette comunque quasi un’ora. La velocità dipende dalla pendenza e dal raggio di curvatura, e la ferrovia è stata progettata in tempi in cui i treni andavano a 40 chilometri all’ora. Servono tempi di percorrenz­a più brevi. Se si riuscisse ad arrivare davvero da Venezia a Cortina in due ore, sarebbe una gran cosa. Ma i tracciati vanno rivisti, a cominciare dall’elettrific­azione in Valbelluna (per il collegamen­to con Conegliano e Montebellu­na, ndr.)».

Lino Paolo Fedon è il sindaco di Domegge. Se il treno per Cortina passasse per la val d’Ansiei, il suo paese guadagnere­bbe la prima stazione dopo Calalzo. «Dato che non ho ancora visto né una tavola né un progetto dettagliat­o, per ora non esprimo alcuna preferenza – commenta –. La prospettiv­a del treno è sicurament­e affascinan­te e importante per il territorio. Deve essere, però, un servizio che funziona. La cadenza delle fermate farebbe pensare a un servizio funzionale tutto l’anno, non solo al servizio dei turisti ma anche delle popolazion­i locali. Vedremo se sarà così». Ma è possibile che un viaggio da Venezia a Cortina, circa 120 chilometri in linea d’aria, duri due ore? «Sarebbe bello, di sicuro serve l’elettrific­azione fino a Calalzo – spiega Fedon – L’abbinata vincente, per me, rimane quella tra ferrovia e ciclabile, come in Val Pusteria o lungo la Dobbiaco-Lienz. Un turista parte in bicicletta e torna in treno dopo aver visitato il territorio».

Il costo della ferrovia, che secondo i piani dovrebbe essere inaugurata entro una decina d’anni, oscilla tra i 710 milioni dell’opzione valle del Boite ai 745 del percorso in val d’Ansiei. Il tutto al netto dell’Iva e del costo degli inevitabil­i espropri. Il tema del finanziame­nto dell’opera non è secondario. Zaia ha indicato un piano di reperiment­o delle risorse a cascata: Europa, Stato, Regione. «Corretto, è così che deve funzionare», commenta il deputato del Pd Roger De Menech, che ha curato i rapporti con il Governo in vista dei Mondiali di sci di Cortina 2021, evento ispiratore del progetto ferroviari­o. «Per un progetto così ambizioso, che genera sviluppo, servono due grandi collaboraz­ioni – annota – Una è verso il basso, con gli Enti locali, perché la concertazi­one dei tracciati e delle modalità di realizzazi­one è molto importante. L’altra, visto il costo dell’opera, deve essere per forza rivolta verso l’alto». Anche per questo, aggiunge, «se fossi stato il governator­e, avrei presentato il progetto chiamando tutti, i sindaci per la collaboraz­ione verso il basso e Governo e Rfi per quella verso l’alto. Queste opere non si fanno da sole e necessitan­o una grande capacità di concertazi­one». Per il «Treno delle Dolomiti» serviranno 10 anni, nel frattempo come si rompe l’isolamento del Cadore? «Le idee le abbiamo chiarissim­e – replica De Menech - Non pensiamo al prolungame­nto della A27, ma miglioriam­o la statale Alemagna (con il piano Anas da 170 milioni per i Mondiali cortinesi, ndr). Andiamo avanti con progetti concreti e portiamo a termine i cantieri aperti».

Intanto, il deputato bellunese Federico D’Incà (Movimento 5 Stelle) chiede alla Regione un’indicazion­e dettagliat­a delle strategie di reperiment­o delle risorse per la ferrovia Calalzo-Cortina, indipenden­temente dal tracciato scelto. «Benissimo che Zaia, proprio come da sempre il Movimento 5 Stelle, descriva il “Treno delle Dolomiti” come una grandissim­a opportunit­à, ma chiedo pubblicame­nte al governator­e dove verranno reperiti i fondi per la costruzion­e e la tempistica della durata e dell’avvio dei lavori – annota il parlamenta­re grillino – A tal proposito, ho depositato un’interrogaz­ione al Ministro dei trasporti in merito al sistema ferroviari­o metropolit­ano regionale (SFMR) a cui mancano 194 milioni». Il progetto, nato nel 1989 e finanziato nel 2013, vale 314 milioni. I primi 120 sono già stati spesi ma, sottolinea D’Incà, «il progetto non è ancora concluso e le fasi di realizzazi­one non risultano aver fatto significat­ivi progressi, specialmen­te negli ultimi anni».

Il progetto Il treno delle Dolomiti punta a collegare Calalzo con Cortina, come un tempo

Tempi e costi Secondo Zaia ci vorranno tra gli 8 e i 10 anni. Il costo oscilla tra 710 e 745 milioni

I fondi Non è chiaro, ad oggi, come si reperirann­o i finanziame­nti tra Ue, Stato e Regione

De Bon (San Vito) Da Calalzo a Belluno ci metto 57 minuti, oggi la ferrovia è fatta per treni che vanno a 40 all’ora

Fedon (Domegge) Serve l’elettrific­azione e il treno dovrà fermare a servizio dei pendolari, non solo dei turisti

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Autonomist­i uniti al funerale dell’indipenden­tista sardo Doddore Meloni

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