Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Più voti, ma meno iscritti l’eredità dei due segretari è un Pd quasi dimezzato
Prima di prendere in esame i numeri, per certi versi impietosi, vanno fatte almeno un paio di premesse.
Il Partito Democratico è l’unica forza politica, tra quelle sulla scena locale e nazionale, che continua a mantenere una reale e trasparente presenza sul territorio. Con il passare del tempo e con la crisi che ha colpito tutti i partiti tradizionali, però, questa presenza è andata via via affievolendosi anche a causa della progressiva disaffezione politica degli italiani. A livello generale, da Nord a Sud, passando per il Centro tranne rarissime eccezioni, le persone che hanno deciso di proseguire il loro impegno attivo in politica, in particolare tra i democratici, sono diventate sempre di meno. Ma, dato tutto ciò per assodato, la fotografia del tesseramento del Pd padovano, tra città e provincia, non è certo una delle migliori. Anzi. Basti ad esempio registrare che negli ultimi sei anni, tra il 2010 e il 2016, la compagine di via Beato Pellegrino ha perso un totale di 1.740 iscritti, comprendendo i 25 circoli del capoluogo e gli altri 97 sparsi per il resto del territorio. Il calo, nel complesso, è stato pari al 40,4%, visto che dai 4.303 tesserati del 2010 si è passati agli attuali 2.563.
In provincia, dove a fine 2013 Federico Ossari ha lasciato il ruolo di segretario a Massimo Bettin, la flessione è stata ancora più vistosa, considerato che gli associati sono scesi da 3.067 a 1.774: in pratica, nell’arco di sei anni, ben 1.293 persone hanno scelto di non rinnovare la loro tessera, dando vita a un crollo del 42,1%.
I cali più rilevanti degli iscritti, sempre a livello provinciale, sono avvenuti nel Conselvano (meno 70,8%), nel Monselicense (meno 54,4%) e nel Montagnanese (meno 54,3%). Le perdite più contenute, invece, si sono verificate nella Cintura Urbana Nord (meno 32,7%) e nel Camposampierese (meno 33,1%).
E se la provincia piange, la città non ride. I tesserati all’ombra del Santo, infatti, erano 1.236 nel 2010, mentre oggi sono appena 789: nei sei anni presi in esame, durante i quali la carica di segretario è stata prima di Piero Ruzzante e poi di Antonio Bressa, gli associati sono quindi diminuiti del 36,1% ovvero di 447 unità. Pure qui, vanno segnalate le flessioni più consistenti, come quelle dei circoli della Sacra Famiglia (-80,3%), di Camin (-56,5%), di Montà (-52,6%) e di Voltabarozzo (-51,7%). Senza poi dimenticare che ben quattro sezioni, che erano attive nel 2010 (Mortise, Ponte di Brenta, Stanga e Torre), risultano oggi chiuse per carenza di tesserati.
E’ insomma una difficile eredità quella che, da qualche giorno, i segretari dimissionari Bettin e Bressa, l’uno in procinto di assumere il ruolo di capo staff del sindaco di Padova Sergio Giordani e l’altro appena nominato assessore comunale al Commercio dallo stesso Giordani, hanno lasciato a chi verrà dopo di loro. In attesa dei congressi, che dovrebbero tenersi tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, la reggenza della segretaria provinciale dovrebbe essere affidata a Luciano Sguotti, mentre quella cittadina dovrebbe andare nelle mani del consigliere regionale Claudio Sinigaglia. In bocca al lupo.