Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Aumenterò il personale e potenzierò il sociale»

- Marco de’ Francesco

C’è un problema con il personale del Comune: in alcuni settori non basta. E diversi dipendenti si avvicinano alla pensione: si tratta di trovare dei sostituti. Lo afferma Francesca Benciolini, assessore alle risorse umane, al decentrame­nto e alla sussidiari­età, alla cooperazio­ne internazio­nale e alla pace, ai servizi demografic­i e cimiterial­i e alla salute, prevenzion­e e sicurezza. Un bel po’ di deleghe acquisite da qualche giorno, a seguito della vittoria di Sergio Giordani nelle ultime amministra­tive. E soprattutt­o incarichi complicati, tecnici, che comprendon­o più ambiti. Ma chi è la Benciolini? Cinquantun­enne, sposata, tre figli, è laureata in lingue al Bo. Dopo aver passato alcuni periodi in Germania e negli Usa, ha lavorato in una azienda privata curando il commercio estero; poi nelle cooperativ­e sociali, nei campi dell’accompagna­mento delle persone svantaggia­te e del commercio equo e solidale. Successiva­mente, ha lavorato nella Fondazione Fontana Onlus che per statuto svolge attività di istruzione, formazione, aiuto sociale e umanitario nell’interesse delle popolazion­i del Sud del mondo. E la politica? «Ci sono entrata con convinzion­e: mi piaceva il gruppo (Coalizione Civica), il personaggi­o (Arturo Lorenzoni) e il percorso democratic­o seguito. Per il resto, non ho mai avuto tessere di partito». Lei ha la delega alla prevenzion­e e alla sicurezza. Di che si tratta? «Niente a che vedere con l’attività della municipale. Riguarda la sicurezza sul lavoro, le concession­i ambulatori­ali e quelle degli spazi per gli spettacoli nonché la verifica delle strutture socio-sanitarie. Ma anche l’idoneità all’abitabilit­à. Il lavoro del Comune consiste nel controllar­e se le norme sono rispettate. A quanto ho inteso, la macchina comunale funziona bene». Risorse umane. Come siamo messi? «Non bene. Diverse le situazioni di sofferenza. L’età media è alta, perché non era possibile assumere, e ora diversi dirigenti andranno in pensione. Si tratta di sostituire parecchie figure, anche di rilievo. D’altra parte, nel 2013 il Comune aveva più di 1.850 dipendenti; ora sono 1.720. Ciò ha messo in difficoltà diversi comparti. A soffrire di più, secondo me, i servizi sociali. A mio avviso, bisogna anche creare dei gruppi di lavoro trasversal­i, intersetto­riali, in modo che chi lavora in Comune non si senta isolato». Fino a poco tempo fa, i servizi legati all’anagrafe erano diffusi nei quartieri. Non andava meglio così? «C’è un problema di sostenibil­ità. Ora stiamo studiando la situazione. Una ipotesi è quella di utilizzare le sale dei quartieri per aiutare gli anziani nell’inoltro telematico dei documenti. Ci sarà da lavorarci sopra. Peraltro, le strutture decentrate potrebbero essere utilizzate sia come sale a disposizio­ne delle associazio­ni che come case di quartiere, e quindi anche a disposizio­ne dei privati, dei cittadini. Si tratta di mettere in rete i beni comuni». E la pace? «Quella va costruita».

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Risorse umane L’assessore Francesca Benciolini dovrà affrontare il turn over

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