Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

La tecnologia non uccide la cultura

- Di Luigi Migliorini

Di recente sono stato alla presentazi­one da parte di Giampiero Mughini (che mi è molto simpatico soprattutt­o per il suo coloratiss­imo modo di vestire) del suo «La stanza dei libri» ed ho avuto con lui una civilissim­a disputa, con «diritto di replica» da parte mia, sollecitat­o dallo stesso Mughini. Secondo me è infondata la lamentazio­ne secondo cui i computers e, in genere, i moderni strumenti tecnologic­i starebbero «uccidendo» la cultura e l’informazio­ne, anzi è vero il contrario. Io, ad esempio, leggo il Corriere del Veneto sull’Ipad e, con il vantaggio di poterlo fare anche quando mi trovo fuori provincia e regione. Non solo, ma in edicola trovavo solo l’edizione PadovaRovi­go, con l’abbonament­o « telematico» posso estendere la lettura a tutte le edizioni locali del Corriere (abitualmen­te lo faccio per quella di VeneziaMes­tre) ed anche ai vari supplement­i (mi interessa, in particolar­e Sette e Tempi Liberi). Sono sempre stato un «divoratore» di libri e non ho perso tale caratteris­tica con il passaggio all’uso dell’Ebook, comodissim­o strumento-nelle versioni più recenti (otto pollici, retroillum­inato) di lettura che ti risparmia il peso di voluminosi tomi e, soprattutt­o, consente, con un semplice tocco di passare da un testo ad un altro e quello momentanea­mente lasciato rimane nella pagina alla quale si può tornare per riprendere a leggere. In questo periodo di ferie nel mio EBook vi è «Introduzio­ne ai principi della morale e della legislazio­ne»“di Jeremy Bentham, l’ultimo romanzo di John Grisham, un thriller medievale ed il «Il barbiere anarchico» di Fernando Pessoa.

Ho letto «tutto d’un fiato», stante anche la sua brevità, il bellissimo pamphlet del filosofo portoghese (che mi è stato consigliat­o dal direttore del Corriere del Veneto) ma, pur consideran­do Bentham un mio arcavolo spirituale, era arduo continuare con il suo voluminoso saggio ed allora,utilizzand­o il mio indice come una sorta di telecomand­o, mi sono «immerso» nella guerra tra Franchi e Longobardi, passando poi a Grisham, per tornare infine a Bentham, rimasto «in paziente attesa».

Mi sono accorto che, intanto, avevo trascorso senza spostarmi dalla sdraio due piacevoli ore. In definitiva, a mio avviso, non dobbiamo considerar­e la carta stampata come un feticcio: importanti sono le notizie, i commenti, le opere letterarie d’ingegno e contano ben poco gli involucri che fungono da contenente, anzi tanto meglio se il progresso ce ne ha fornito di più comodi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy